Maccarone: “Sarò sempre grato al Milan. Mi ha fatto diventare un uomo”

Maccarone: “Sarò sempre grato al Milan. Mi ha fatto diventare un uomo”

Notizie Milan - Le parole di Massimo Maccarone sui rossoneri
Il grande ex di entrambe le squadre ha parlato del match in programma questa sera. Ecco le sue dichiarazioni.

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Questa sera alle 20:45 è in programma la sfida tra Empoli e Milan. Grande ex della gara è Massimo Maccarone, cresciuto nel settore giovanile del Milan e consacratosi nell’Empoli. L’ex giocatore ha rilasciato un’intervista alla La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni:

Sull’Empoli a 4 punti dall’Europa: “Se mi sorprende? Assolutamente no. Empoli è un’oasi felice dove il talento dei giovani viene coltivato e fatto crescere. Trova sempre allenatori giusti“.

Sul segreto dell’Empoli: “La pace con cui si lavora. Per vedere i tifosi infuriati deve succedere il finimondo. In tanti anni non li ho mai visti arrabbiati, forse solo l’ultimo“.

Sulle difficoltà che il Milan può incontrare questa sera: “Direi di sì, i giovani hanno gli occhi della tigre“.

Su Rade Krunić: “Con Rade ho giocato un paio d’anni. Forte forte lui, è un grimaldello che apre più porte. Al Milan ha fatto anche la punta“.

Su cosa rappresenta per lui il Milan: “Se sono diventato ‘Big Mac’ lo devo a loro. Giocavo nel Soccer Boys, mi notarono in un torneo. Stregai tutti in un provino di dieci giorni a Bormio. Da ragazzino vivevo sui treni: avanti e indietro da Novara, poi autobus. A 16-17 anni ho fatto il raccattapalle a ‘San Siro’“.

Sull’infanzia e adolescenza nel Milan: “Avevo 14 anni e già giocavo nel Milan. L’ultimo anno nelle giovanili, nel 1996-97, ero aggregato alla prima squadra con Fabio Capello. Lo spogliatoio era come il giardino dell’Eden, per me: a destra c’erano Marcel Desailly, Patrick Kluivert, George Weah. A sinistra Dejan Savićević, Alessandro Costacurta, Paolo Maldini …“.

Sui consigli di Capello al Milan: “Gli altri mi avevano preso in simpatia. ‘Sei il figlioccio del mister’, dicevano. E in effetti era vero: se c’era un rimprovero me lo prendevo io. Mi voleva fisso in prima squadra. Mi urlava sempre dietro per motivarmi e farmi crescere. Con lui ho capito il professionismo“.

Sull’addio al Milan: “Nel 2001, dopo un po’ di prestiti, stavo per tornare. Mi voleva Fatih Terim, ma l’Empoli mi riscattò alle buste per centomila lire in più. I rossoneri misero 6 miliardi, i toscani sei e cento. È andata bene così, senza il Milan non avrei conosciuto piazze stupende come Siena e Empoli“.

Sui 6 gol al Milan: “Non mi hanno voluto, così ho fatto qualche gol. Scherzi a parte, sarò sempre grato a loro. Mi hanno preso bambino e fatto crescere“.

Su Empoli-Milan di stasera: “Pronostici non ne faccio. Nel 2017, con Giovani Martusciello, vincemmo 2-1 a San Siro“.

Su Zlatan Ibrahimović: “Ibra è devastante, a 40 anni fa ancora la differenza. Se ho mai scambiato la maglia con lui? Non sono il tipo, ma resta un campione“.

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