Lo stadio Meazza, i gruppi ultras, la malavita ed i tragici episodi della sparatoria ad Enzo Anghinelli e Vittorio Boiocchi, il primo sopravvissuto – mentre il secondo ucciso il 29 ottobre scorso. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, dopo l’arresto dello scorso anno del boss della droga Nazzareno Calajò, capo del quartiere Barona – sono emersi diversi elementi sulla spartizione degli affari all’interno delle curve milanesi.
LE INTERCETTAZIONI AL BOSS:
“Guarda c’è da piazzarsi pure nella curva del Milan, non la molliamo pure sta cosa”, dice Andrea Calajò intercettato dal Ros. Luca Calajò: “Ma che mollare, a Giancarlo Lombardi gliel’ho detto chiaro: tu stai mollando una cosa che grazie comunque a Loris e a mio zio e a tutto il bordello che abbiamo combinato”. Ancora Andrea Calajò intercettato: “La curva del Milan è un bell’affare! Ce la prendiamo, basta!”.
Seguono le intercettazioni sulla divisione degli affari legati alla spartizione degli anelli e sugli equilibri di forza (come quello con Boiocchi). A parlarne sono sempre i due cugini. Luca: “A quello lo devi uccidere, Vittorio è pazzo, ti ammazza, lo devi buttare giù, niente tarantelle”.
Stando a quanto emerge dagli atti, i Calajò gestiscono gli affari delle magliette “ultras” all’interno della curva Nord. Boiocchi controllava e gestiva gran parte dei biglietti della Champions League. C’è da specificare però, che i Calajò non risultano indagati nel fascicolo sull’omicidio del capo dei Boys e tantomeno nel tentato omicidio di Anghinelli. Cambiando discorso e parlando di mercato, grande attenzione. Pellegatti in esclusiva: “Thuram-Frattesi, vi dico tutto. Ma occhio anche a un altro colpo…” <<<