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Santiago Gimenez si è raccontato in una lunga intervista a GQ Messico. Il centravanti del Milanha trattato diversi argomenti e ovviamente ha parlato dei suoi primi mesi con la maglia rossonera. Eccone alcuni passaggi.
Il suo approdo al Milan e il primo incontro con Ibrahimovic e Furlani: "Ovviamente io non mi pongo limiti e non ho limiti. L'ho sempre detto e lo sostengo: credo che non ci sia un tetto per nessuno. Se vuoi continuare a crescere, continuerai a crescere fino alla morte. E anche quando muori, vai nella vita eterna e continui a crescere. Semplicemente non bisogna guardare indietro. E se guardi indietro è solo per prendere la rincorsa, perché in questa vita non ci sono limiti. L'incontro con Ibra? Sì, è entrato con la maglia del Milan e me l'ha data. C’era scritto 'Gimenez', con il numero 7. E' stata un'esperienza bellissima".
Pressioni e difficoltà di un grande club da affrontare senza paura: "Il Milan è un club che ha vinto sette Champions e non so quante altre coppe, tantissime. E' uno dei club più importanti della storia e i tifosi sono abituati a vincere. Non si accontentano del secondo posto. Lo scorso campionato sono arrivati secondi e (Christian) Pulisic mi diceva che comunque la gente li crocifiggeva. Immagina ora... è una situazione molto complicata per il Milan. Ma quella è la misura con cui i tifosi del Milan ti giudicano. Essere campione o essere campione, e questa responsabilità ti fa diventare un vincente. Ti contagia, la gente ti contagia. La prossima stagione è semplicemente questo: pensare a vincere lo scudetto. Mentalità del club? Nel Milan mi hanno spiegato ogni singola regola. Vogliono che siamo professionisti dentro e fuori dal campo".
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