Pessina: “Galliani mi portò al Milan, mi volle al Monza. Fu abile a...”

Pessina: “Galliani mi portò al Milan, mi volle al Monza. Fu abile a…”

Matteo Pessina, protagonista azzurro di Euro 2020
L'ex rossonero ora in forza al Monza Matteo Pessina ha parlato del suo passato. Sentite i suoi ricordi sul Milan

In esclusiva al Corriere della Sera ha parlato Matteo Pessina che sul Monza ha detto: Mister Palladino dice che dopo una sconfitta io sono di umore nero perché ho un senso di appartenenza differente. Perché ho lasciato una squadra di alta classifica? Con l’Atalanta ho giocato in Champions, ma a Monza ho sposato il progetto. Il mister ci ha già messo in guardia spiegandoci che gli avversari ora sanno come giochiamo. Ma noi dobbiamo puntare a quegli obiettivi che nella scorsa stagione abbiamo solo sfiorato. L’Europa? Così direbbe Galliani anche se la lotta è sempre più difficile”.

Su Silvio Berlusconi

“Siamo sconvolti anche se lui è presente a Monzello: le sue parole tappezzano i muri del centro sportivo. Galliani è stato abile a rassicurarci dicendo che ha la facoltà di gestire il club e la situazione non muterà rispetto al passato Quest’inverno dopo l’impegno con la Nazionale ero a pranzo con la mia ragazza. Ricevo una chiamata da un numero che non conosco e per timore che siano le solite aziende che scocciano al telefono non rispondo. Dopo un minuto mi arriva un messaggio: “il presidente Berlusconi la sta cercando”. Non faccio in tempo a richiamare che squilla di nuovo il telefono. Era lui che voleva farmi i complimenti per il gol a Malta“.

Infine sulla sua esperienza al Milan

Galliani mi condusse al Milan nell’ambito di un’operazione romantica. Nel 2015 con il fallimento del Monza, i dipendenti non ricevevano lo stipendio. Galliani avrebbe potuto prendermi a zero ma pagò 30 mila euro al club per consentire a magazzinieri e fisioterapisti di ricevere la busta paga. Andai in sede per firmare il contratto con i rossoneri accompagnato da mia sorella e da mio papà. Fu lui a ricordare a Galliani che era l’amministratore di condominio del palazzo dove abitava mio nonno. Era proprio destino che ci dovessimo rincontrare”.

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