Intervistato da calciomercato.com, Massimo D’Amaro ha raccontato i primi passi di Francesco Camarda nel mondo del calcio. D’Amaro, spiega il portale, è stato il primo allenatore del classe 2008 ai tempi dell’Afforese.
TESTA SULLE SPALLE: “Non è un ragazzo che corre questo rischio, ha la testa sulle spalle e sa quello che sta facendo. Conosco anche i genitori, sono fantastici. E so che sono molto attenti alla sua crescita. Prima la scuola, poi il calcio, gliel’hanno sempre detto. Inoltre, noi a metà anno ci facciamo dare dai bambini la pagella per vedere l’andamento, e Francesco aveva giudizi ottimi”.
FIUTO DEL GOL: “Si vedeva che era già più avanti degli altri, anche come altezza, aveva 15/20 cm in più dei suoi coetanei. Francesco ha sempre avuto l’istinto del gol. Faceva il movimento corretto per anticipare il pallone, e anche quando lo mettevo in porta riusciva a fare gol. Dopo che Francesco aveva segnato 4/5 gol lo toglievo o lo mettevo in porta per evitare che facesse tutto lui. E anche quando era tra i pali, se non sapeva a chi passarla metteva il pallone per terra, saltava tutti e segnava”.
UN PREGIO, UN DIFETTO: “Pregio? Camarda ha una grande determinazione: a 6 anni ha iniziato ad allenarsi con il Milan, dopo un mese aveva avuto un po’ di timore e ha detto all’allenatore che sarebbe tornato da noi. Così è stato. Ma poi si è convinto ad andare di nuovo in rossonero e ha iniziato la sua avventura. Difetto? Paga un po’ di timidezza, ma giocando sotto età ci può stare. Gli servirebbe più cattiveria agonistica”.