In un editoriale sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Alessandro De Calò parla del Milan e della posizione di Stefano Pioli. Di seguito le sue parole.
“Ci sono troppe cose che non tornano in questo 2023 del Milan. L’anno sta finendo più o meno come era cominciato. Piuttosto male. Oggi Stefano Pioli ha l’obbligo di battere il Sassuolo per allungarsi la vita in panchina. A San Siro è previsto il pienone, 70 mila e rotti, come se ci fosse il derby o una notte Champions. Ma l’aria è stanca. Il Sassuolo è un gatto nero, non brilla in classifica però in questo campionato è riuscito a battere Inter e Juve. Un’impresa. Se si aggiunge che Berardi e compagni hanno vinto le ultime tre sfide con i rossoneri a San Siro (5-2 nello scorso gennaio) si capisce quanto sia ingarbugliato il labirinto da cui Pioli cerca di uscire. Gennaio era stato un mese fatale per il Milan. Dopo la rimonta subita dalla Roma (2-0 al minuto 87 e 2-2 finale), la squadra era sprofondata contro Lazio e Inter, oltre che col Sassuolo”.
“È come se, improvvisamente, il Milan – che stava inseguendo il Napoli sul traguardo del titolo d’inverno – avesse perso il software, la memoria del suo gioco coraggioso e totale, assieme all’energia per praticarlo. Un buco nero. Nessuno è mai riuscito a spiegarci davvero cosa fosse successo. Pioli aveva accennato alle distanze: i giocatori in campo non trovavano più quelle giuste. Mah. Intanto era passato alla difesa a cinque, arretrando il baricentro, e rinunciando allo stile che aveva portato i rossoneri allo scudetto. Tutto sembrava un po’ aggiustato col sorprendente 4-0 sul Napoli in campionato e l’eliminazione della squadra di Spalletti nei quarti di Champions. Però la doppia sconfitta nella semifinale con l’Inter (2-0, 1-0) aveva disegnato definitivamente le gerarchie. Quella sera di maggio, a San Siro, con il rinnovo di Leao in tasca, Paolo Maldini aveva avvertito la proprietà statunitense del club rossonero: «Il divario con l’Inter è reale, bisogna investire». Aveva ragione”.