17-12-1989, Milan sul tetto del mondo per la terza volta
MILANO – Pubblichiamo di seguito il racconto del tifoso milanista Mino Sbano, di Carovigno (BR). Nel suo post su Facebook, ha descritto tutta l’emozione a tinte rossonere vissuta 30 anni fa nel giorno della vittoria della terza Coppa del Mondo da parte del Milan.
“Sveglia ore 3.30: in diretta su Canale 5 il collegamento da Tokyo dove si gioca la finale della coppa Intercontinentale tra il Milan ed i fortissimi e scorbutici colombiani del Nacional Medellín di Higuita e Valderrama, ore 4.00 italiane.
La partita è molto dura, nervosa, poco spettacolare, piena zeppa di falli e contrasti, con un arbitro che la dirige all’inglese oltre i limiti di ogni regolamento; un Milan non al massimo prova comunque a creare qualcosa, ma i colombiani sono scesi in campo con l’unico obiettivo di difendere e colpire di rimessa.
La seguiamo insieme io e mio padre fino alla fine del primo tempo supplementare, quando lui spazientito mi lascia per andarsene a caccia con 2 suoi amici, dicendomi: “tanto oggi non va, la perdiamo, non c’è verso, queste partite quando il Milan non segna da subito le perde, andremo ai rigori e perderemo”!
Lui se ne va, io rimango lì da solo su una sedia nel soggiorno a un metro dal televisore, mi infilo la maglia rossonera e stringo tra le mani il crocifisso della prima comunione.
Avevo perso quasi la speranza, pochi minuti e sarebbero stati calci di rigore, lo scenario dipinto da mio padre si stava materializzando, quando dal nulla venne assegnato un calcio di punizione dal limite al Milan; una barriera insormontabile, impossibile anche immaginare di fare gol, ma Chicco la mise li, sotto tutti e alle spalle di tutti, fece passare quel pallone non sappiamo ancora da dove, una gioia incontenibile, un qualcosa di inenarrabile, che ti segna nel sangue, nell’anima, a vita!
Dopo pochi minuti il fischio finale: il Milan era campione del mondo!
Corsi sul terrazzo di casa come un pazzo, da solo, con la tromba, a gridare e cantare, con la maglia e la bandiera rossonera, alle 7.00 di un mattino freddissimo di dicembre!
Mio padre lo seppe al suo ritorno, perché non c’erano i cellulari e nella macchina vecchia con cui andavano a caccia lo stereo era rotto.
Solo trent’anni fa, era un altro calcio, quello vero, fatto solo di emozioni vere, tutta un’altra storia!”. CLICCA QUI>Intanto, ecco tutte le principali notizie dal mondo Milan in aggiornamento live
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