MILANO – A “Radio Radio” è intervenuto il vice Premier Matteo Salvini per commentare la scelta della Lega di Serie A di giocare la finale di SuperCoppa Italiana a Geddah. Ecco le sue parole
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GIOCARE LA SUPERCOPPA IN UN PAESE CHE NON RISPETTA I DIRITTI DELLE DONNE – “E’ la morte del calcio, dei valori sportivi di rispetto, di divertimento e di uguaglianza. Ditemi voi se la SuperCoppa Italiana in nome del business e di qualche milione di euro va giocata migliaia di chilometri di distanza in un paese evidentemente con dei problemi dove le donne possono andare allo stadio solo se accompagnate. E’ una vergogna e da milanista non guarderò assolutamente questa partita e mi vergogno di chi ha svenduto gli ideali sportivi al dio denaro“.
E’ DA QUALCHE MESE CHE SI SAPEVA LA SEDE DELLA SUPERCOPPA – “Questa brillante novità delle donne e delle ragazze che non possono andare allo stadio da sole è veramente imbarazzante. Mi ricordo che quando ero ragazzino vedevo la finale di Coppa Intercontinentale in Giappone, dove c’erano le trombette, vabbé quello poteva essere divertente, c’era un fuso orario un po’ particolare: ti alzavi la mattina presto ma andava bene. Ma andare a giocare in un Paese evidentemente irrispettoso, illiberale, retrogrado e che si associ il nome dell’Italia a un Paese dove le donne non possono andare liberamente allo stadio è imbarazzante… e aspetto la reazione delle femministe, dei girotondi e di tutti quelli sempre attenti. Da milanista dispiace che mia società si corresponsabile di una vergogna simile“.
LA BOLDRINI HA GIA’ PARLATO – “Allora siamo apposto. Il Paese è in salvo.”
LA BOLDRINI PERO’ HA ESPRESSO LA SUA STESSA OPIONIONE: “E’ UNA VERGOGNA” – “La differenza è che io da Ministro degli Interni faccio di tutto per evitare che arrivino degli estremisti islamici in Italia che possono pensare anche che qui le donne debbano andare in giro con il burqa, non possono uscire di casa e imparare l’italiano. Quindi la differenza è sostanziale”.
COSA FARE ALLORA ? – “Io farò una riunione dell’osservatorio sullo sport e sulla sicurezza al Ministero degli Interni lunedì a proposito delle violenze dentro e fuori gli stadi con tutti i protagonisti per cercare di riportare quello che è uno sport ad essere tale e non alla gara di teppismo. Cosa fare? Non faccio il Presidente ne della Juve ne del Milan: ci avrebbero dovuto pensare prima. La SuperCoppa Italiana, correggetemi se sbaglio,non sono nazionalista, populista, leghista o fascista, ma si gioca in Italia quanto meno. E qualche milione di euro si può raccattare in altra maniera. Purtroppo però è questa cultura del campionato che inizia il venerdì, il sabato, la domenica, lunedì, martedì… e Sky e DAZN, e vai qui e vai là, a mezzogiorno, alle sei, alle tre, alle nove. Io rimpiango il calcio della domenica alle 15 con tre stranieri in campo“.
ALLA RIUNIONE DI LUNEDI’, CI SARANNO ANCHE GLI ULTRAS? – “Stiamo ragionando con le società, che hanno rapporti con oltre 100 tifoserie pacifiche organizzate come e da chi rappresentare la componente fondamentale del calcio che è il tifo. Il tifo organizzato non violento, pacifico, colorato, colorito con qualche sfottò che rigetta sempre la violenza“.
IL GOVERNO PUO’ FARE QUALCHE TIPO DI SENSIBILIZZAZIONE ALLA LEGA ? – “Lo farò e lo faremo: con garbo e rispetto come stiamo facendo con il CONI, con Malagò che poi però si offende. Possiamo dirci una cosa sottovoce? Ci sono troppi soldi che girano intorno al mondo dello sport e al mondo del calcio che non sempre vengono gestiti con la trasparenza voluta e non sempre arrivano alle Federazioni di base. Allo sport di base. A me piacerebbe che questi soldi più che a pagare superstipendi a megadirigenti arrivassero ai campetti di periferia. E quindi anche sulla SuperCoppa, senza che nessuno si offenda, proverò educatamente e umilmente a farmi promotore con la Lega Calcio del fatto che il nome dell’Italia e i valori dell’Italia e le libertà conquistate con anni di battaglie in Italia non vengano sacrificate per qualche manciata di milioni di euro, portando il business i un Paese che non merita. Perché un Paese dove le donne non possono andare allo stadio da sole non è un paese civile. E non è un paese dove il marchio storico della Juve, del Milan e dell’Italia devono prestarsi a una vergogna di questo genere. Mi aspetto che ci sia una reazione di orgoglio”.
LA DERIVA PARTE DA LONTANO. COME MAI NON E’ STATO ARGINATO E CHI DOVEVA FARLO ? – “Non faccio il Presidente di una società di calcio: non ne ho né la competenza né i soldi, soprattutto. Però quando si dipende sempre meno dallo stadio, dai biglietti, dai tifosi veri, e sempre più dai diritti televisivi e dal merchandising… Ecco il calcio del futuro italiano che ho in mente ha degli stadi di proprietà, dove le società possano come all’estero essere responsabili di quello che accade dal lunedì alla domenica. Quindi anche che siano momenti di divertimento con cinema, ristoranti con sale sportive. E però che ci si liberi da questa schiavitù dei diritti televisivi. Ma questo vale anche per le tournée estive precampionato. Non so se ce le avete presente: servono solo a fare qualche quattrino e non servono assolutamente alla preparazione atletica: uno vai negli Stati Uniti, uno va in Cina. E il fusorario e qui e là. Sicuramente non mancano i soldi nel giro del calcio, bisognerebbe gestirli con diverso criterio. Io metterei anche un tetto agli stipendi. Potrebbero accusarmi di essere illiberale, contro il libero mercato, però in un momento come questo, che c’è gente che guadagna anche 15 milioni all’anno, mi sembra un’eccesso dal quale non si possa più tornare indietro e di cui pagano lo scotto i vivai. Una volta c’erano i ragazzini che tra i 12 e i 14 anni potevano ambire ad arrivare in Serie A, B e C adesso anche a quell’età è tutto business. E a volte ho visto partite di squadrette dell’età di mio figlio dove ci sono più ragazzi stranieri in campo che ragazzi italiani. Mi sembra che occorra un po’ equilibrio. Spero che anche nel nostro piccolo la riunione che faremo con il mondo del calcio, degli arbitri, degli allenatori e dei giornalisti, ci aggiungo parlando a una radio che si occupa anche di sport l’importanza di toni a modo anche da parte dei giornalisti perché è chiaro che se stai 15 giorni a rimuginare sul rigore, sulla VAR e sul cartellino rosso non aiuti uno svolgimento più tranquillo possibile di quello che è uno sport. Di quello che è un gioco. E lo dico da milanista che non vince niente da parecchi anni e che ha vinto tantissimo in passato. Però ho iniziato a tifare Milan in Serie B e rimpiango quell’attaccamento alla maglia, quell’orgoglio, quel fatto che anche il calciomercato non fosse aperto sempre e comunque durante quasi tutto l’anno. Vabbé non si vive di nostalgia, si vive proiettati nel futuro però dei limiti di buon senso e di dignità vanno messi”.
SALVINI COME LA THATCHER CON GLI ULTRAS – “Quello inglese può essere un modello da cui stiamo studiando diverse iniziative a partire dagli steward a cui dare maggiori poteri, maggiori tutele e maggiori responsabilità all’interno degli stadi, fino a squalifiche a vita, non di qualche mese o qualche anno, per chi si macchia di episodi di violenza sia dentro che fuori gli stadi. Parlo dei tifosi ovviamente perché se vai in giro con un coltello o con un bastone non sei un tifoso ma sei un delinquente e tu allo stadio non ci metti mai più piede. Però ricordo anche dei tesserati: perché nel 2018 sono finiti al pronto soccorso 300 arbitri pestati spesso e volentieri da calciatori, allenatori, dirigenti o da accompagnatori. Che poi magari sono squalificati per tre quattro mesi. Ecco se le regole ci sono vanno fatte rispettare, e questo dipende dalla Lega Calcio. A me però piacerebbe che ci alza le mani addosso a qualcuno non giochi più per il resto della sua vita. Non alleni più per il resto della sua vita. Non faccia più il dirigente per il resto della sua vita. E da tifoso non possa più mettere piede allo stadio per il resto della sua vita. E secondo me se inizi a colpirne qualcuno, altrettanti capiscono che aria tira”.
COME SI FA A PRENDERE I POCHI SENZA FARCI RIMETTERE TUTTI QUANTI ? – “La responsabilità penale è personale. Non ci deve andare in mezzo uno stadio, una società, una curva: mille persone. Questo vale in generale in Italia: la certezza della pena. Non solo per i teppisti da stadio ma vale per gli scippatori, gli spacciatori e ci sono mille sotterfugi per cui anche uno spacciatore se viene trovato con un etto di droga e ha un buon avvocato “è il consumo personale, la modica quantità” e la galera non la vede. Ecco occorre la certezza della pena: io sono convinto che anche nelle curve ci sia al 99% gente perbene, che semplicemente vuole vedere la partita in piedi cantando e sventolando la bandiera piuttosto che stando seduti in tribuna. Però chi viene alle mani o tira fuori i coltelli, i bastoni o i sassi deve avere la certezza che venga identificato e questo accade, e però venga punito. Il problema in Italia è che vengono identificati e non poi scontano qualcosina, ma no fino in fondo. Penso soprattutto all’educazione dei ragazzini di 14-15 anni che vanno allo stadio e poi avere i tamburi, i megafoni, puoi avere le bandiere, puoi avere gli striscioni, puoi fare i cori per carità di Dio, se vieni alle mani hai finito di andare allo stadio. Più che nuove leggi occorre far rispettare le leggi che già ci sono che oggi purtroppo non accade.”Intanto, decisione clamorosa: ecco il primo colpo di gennaio del Milan > CLICCA QUI