La partita tra Milan e Como, in programma a febbraio 2026, con San Siro inagibile per le Olimpiadi Invernali, sembrava ormai cosa certa che si sarebbe giocata in Australia, a Perth. Questo era lo stato delle cose circa due settimane fa, ma ora la situazione non appare più così definitiva.
In molti si sono espressi sulla vicenda, quasi tutti negativamente, soprattutto gli addetti ai lavori. C’è chi l’ha detto apertamente, come alcuni tesserati del Milan (Maignan e Rabiot), chi lo ha lasciato intendere più velatamente (Allegri), e chi ancora non si è espresso ma preferirebbe chiaramente restare in Italia per disputare un match di campionato ITALIANO.
A cambiare un po’le carte in tavola sono stati gli eventi recenti in Spagna: anche la Liga infatti aveva previsto di giocare una sfida all’estero, quella tra Barcellona e Villarreal negli Stati Uniti, ma ha poi fatto marcia indietro dopo le forti proteste, ancora più accese di quelle italiane.
Le incognite e le possibili alternative
Ora per Milan-Como il dubbio è di nuovo vivo: mancano ancora alcune approvazioni fondamentali e non c’è più la certezza, come sembrava tempo fa, di fare questa trasferta in Australia. In particolare, servono ancora i via libera ufficiali di FIFA e AFC (Asian Football Confederation). Ad oggi c’è tanta incertezza.
Ma quali sarebbero le opzioni nel caso in cui si decidesse di restare in Italia? Le alternative sono piuttosto limitate: la maggior parte degli stadi vicini con i requisiti necessari (possibilità di avere il VAR e capienza adeguata) risulta già occupata. Il Tardini di Parma, ad esempio, sarebbe libero ma troppo piccolo per ospitare i 40.000 abbonati del Milan, avendo una capienza di poco superiore alla metà.
Lo scenario ideale resterebbe comunque quello di giocare a San Siro, magari recuperando la gara più avanti. Nessuna delle due squadre gioca le coppe europee, e trovare un infrasettimanale libero purché non coincida con gli impegni dell’Inter sarebbe possibile. Chissà come andrà a finire la vicenda.
