IlMilanista.it
I migliori video scelti dal nostro canale

news

Milan, ‘Kjaer fa scuola’: corso di primo soccorso per tutti i calciatori

Simon Kjaer, difensore del Milan

Il presidente della Figc starebbe pensando al corso di primo soccorso per tutti i calciatori in ambito professionistico

Redazione Il Milanista

Sono ancora vivide, nella testa di tutti, le immagini del malore di Christian Eriksen in Danimarca-Finlandia di sabato scorso. Il calciatore dell'Inter infatti si è accasciato al suolo nel corso del primo tempo, per un malore improvviso. Un qualcosa di imponderabile e inaspettato. Un problema che ha lasciato i tifosi allo stadio e quelli davanti alla tv con il fiato sospeso per diversi minuti, mentre i medici cercavano di rianimare il numero 10 danese, anche con l'ausilio di un defibrillatore, fondamentale per salvare la vita al giocare, dato che il medico sociale dei biancorossi ha rivelato come in campo non veniva più sentito il polso del trequartista.

L'esempio di Simon Kjaer

 L'abbraccio tra Tomori e Kjaer

Attimi di panico per tutti, anche per Simon Kjaer che però ha mostrato di essere vero e proprio gigante. Il difensore del Milan ha infatti dato i primi soccorsi al compagno di nazionale, evitando che soffocasse a causa della lingua e girandolo su un fianco. Mosse che vengono insegnate nei corsi di primo soccorso e che Kjaer ha appreso nel corso degli anni, studiando ed informandosi. Azioni che hanno portato il centrale ad essere elogiato da tutti, un vero e proprio eroe e le sue gesta potrebbero avere conseguenze positive.

L'iniziativa della Figc

 Gabriele Gravina, Presidente della FIGC

Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport infatti, Gabriele Gravina, presidente della Figc avrebbe intenzione di promuovere e rendere obbligatori proprio i corsi di primo soccorso per tutti i calciatori impegnati in ambito professionistico. Un progetto da effettuare a breve in collaborazione con la Lega Serie A e la Federazione medico-sportiva. Un'idea a dire il vero non nuova dato che se ne era parlato dopo la tragedia di Morosini nel 2012, morto in campo per assenza proprio di un defibrillatore. In quel caso ai tanti buoni propositi non ci fu un applicazione capillare, cosa che questa volta non dovrebbe accadere.