Nel secondo e nuovo episodio di Unlocker Room – The Rossoneri Podcast, nuovo podcast curato e prodotto dal Milan con ospiti alcuni dei protagonisti della squadra rossonera, è stato ospite il difensore rossonero Matteo Gabbia.
Sulla vita e l’esperienza in Spagna.
“Sicuramente è stato provante, più perchè erano 4 o 5 anni che stavo in una comfort zone personale: per me il Milan è famiglia, è facce che conosco da quando sono piccolo. Cambiare paese, una città nuova e con compagni che non parlano la tua lingua è stato sicuramente provante ma è stato un qualcosa che mi ha dato tanto: l’impatto è stato molto positivo, c’erano ragazzi positivi e bravi, anche l’allenatore che aveva inciso sul mio acquisto.
Poi dipende da come ti poni: ho cercato di farmi conoscere per quello che sono, ho avuto la fortuna che c’era Pepe Reina e anche Raul Albiol che parlava italiano. E’ stato un crescendo: già dopo un paio di settimane è stato tutto più bello, ho trovato casa. Una esperienza che mi ha aperto la testa, ignoravo le difficoltà che potessero esserci da un paese all’altro ma sono stato fortunato a trovare tutto subito”.
Sul legame mantenuto con il Milan mentre era in prestito.
“Per me è come se non fossi più andato via, tante volte sentivo i ragazzi italiani con qui c’era un rapporto quotidiano. Qualche volta anche i ragazzi stranieri. Da quel punto di vista è come non essere mai andato via perché sapevo quello che succedeva, come stavano i ragazzi, le partite le vedevo tutte quando c’era la possibilità. Sono sempre legato al Milan anche perché sono tifoso e quindi sono contento di vederlo. Come vivevo le partite da tifoso? Sicuramente in maniera differente, con più trasporto, come se fossi un infortunato a casa… Adesso vedo le partite del Villarreal quando gioca ma non ho le stesse sensazioni di quando vedevo quelle del Milan”.