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Milan, il bilancio dei tre anni di Ibrahimovic con il Diavolo

Zlatan Ibrahimovic
La trasformazione del Milan passando dal ritorno di Zlatan Ibrahimovic in rossonero. Oggi è un uomo diverso dal "primo" Ibra. Mentalità da...

Redazione Il Milanista

Tempo di bilanci. Gli ultimi tre anni sono stati speciali per il campione svedese Zlatan Ibrahimovic. Un ritorno accolto calorosamente dalla tifoseria rossonera. Tre anni fa il Milan non se la passava benissimo: molte le delusioni rimediate in campo. Il ritorno di Ibra all'inizio sembrava quasi paradossale. I rossoneri mancavano dalla Champions League da più di sei anni. Una squadra stordita, smarrita. Dal suo arrivo le cose sono man mano cambiate. Una rinascita progressiva che ha riportato entusiasmo nella tifoseria. Tre anni dopo parliamo di un Milan Campione d'Italia in carica e di nuovo in Europa.

Il prossimo appuntamento sarà quello contro il Tottenham il 14 febbraio per sperare di passare gli Ottavi di finale. Lo stesso Tottenham che circa 12 anni fa portò all'eliminazione dei rossoneri. All'epoca c'era sempre Ibra ma era uno Zlatan diverso, molto più irascibile e sopra le righe. E il rientro per lui potrebbe avvenire proprio contro la squadra di Antonio Conte. Oggi è un uomo e un giocatore diverso. Un leader, un ispiratore dello spogliatoio, una guida per i compagni che lo considerano un "secondo mister". La sua mentalità e il modo di fare sono cambiati radicalmente. Ed ha raggiunto una mentalità quasi da dirigente. Milano è la sua seconda casa e qui si sente a suo agio. E si vede.

In un'intervista del 13 dicembre scorso aveva detto: "Dal primo giorno in cui sono tornato la squadra è molto differente. Quando sono arrivato non mi sembrava una squadra che voleva vincere lo scudetto o che era pronta a fare ciò che sta facendo oggi. La squadra di oggi, invece, ha voglia di fare, fame di migliorare e tutti hanno l'obiettivo di vincere. Prima non c'era un pensiero collettivo ma più individuale, ora tutti hanno l'esperienza di aver vinto e sanno cosa serve per farlo ancora. Se non vinci, è difficile. Il mister ha la sua filosofia, tu lo segui ma non vinci, e se non vinci perdi la tua credibilità. Noi invece abbiamo seguito la filosofia del mister e alla fine abbiamo vinto: in questo modo allora si ottiene una grande credibilità. Questa è la cosa importante, se si lavora e non ti torna qualcosa diventa difficile credere in quello che si fa, ora qui invece è entrato tutto ciò per cui abbiamo lavorato"