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“Chiamare tifosi quelle persone è perfino improprio. Occorre una sorveglianza, condotta Paese per Paese. Bisogna evitare che questi clan possano trasferirsi all’estero. Le diverse federazioni e le forze di polizia devono impedire a queste persone di partecipare alle manifestazioni sportive. La sensazione è che alcuni gruppi si muovano soltanto con la volontà di delinquere”.
La Uefa dovrebbe vietare alle tifoserie più pericolose di viaggiare? “Sì. [fncvideo id= autoplay=false] Come? Coordinandosi con le polizie dei diversi stati e con le rispettive federazioni. Perché un conto è il singolo appassionato che viaggia per seguire la propria squadra; un altro è l’organizzazione volta solo a creare disordini”.
E le società di calcio? “La Lega Serie A è molto attiva. I club potrebbero agevolare il lavoro di prevenzione individuando gli strati di tifoseria più pericolosi e denunciare. Tuttavia io non credo nell’istituzione di recinti dedicati in città”.