ESCLUSIVA - Eranio: "Genoa-Milan gara determinante. Andreazzoli e Giampaolo? Ottimi allenatori, ma in Italia..."

ESCLUSIVA – Eranio: “Genoa-Milan gara determinante. Andreazzoli e Giampaolo? Ottimi allenatori, ma in Italia…”

Eranio Milan
I microfoni della nostra redazione hanno intervistato Stefano Eranio, doppio ex di Genoa-Milan

Di Simone De Bari 

MILANO – Fra due giorni il Milan disputerà la sua settima partita di campionato facendo visita al Genoa, nella sfida in programma sabato sera a Marassi alle 20.45. Ai microfoni de IlMilanista.it, in esclusiva, ne ha parlato il doppio ex Stefano Eranio. 

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Da cosa dipende la crisi in cui si trova il Milan in questa fase della stagione?

“Personalmente non mi aspettavo un inizio così negativo, anche perché si partiva già da un gruppo consolidato, il quale aveva sfiorato il quarto posto l’anno scorso. In più la società, a mio avviso, ha inserito degli elementi che hanno aumentato la qualità della rosa. I giocatori sono comunque giovani: la spiegazione di questa difficoltà potrebbe risiedere nella pressione di indossare una maglia più pesante di altre. Molti soffrono questa responsabilità, soprattutto quando giocano a San Siro. Inoltre con questi risultati alcuni giocatori perdono un po’ di certezze e viene a mancare l’autostima. Forse manca un po’ di personalità. Per uscire fuori da questo momento ci vorrebbero un risultato positivo e una prestazione convincente. A Torino la prova è stata buona anche se è arrivata una sconfitta, invece con la Fiorentina c’è stato un grande passo indietro”.

Nel prossimo turno c’è il Genoa, che non se la sta passando meglio…

“E’ un momento difficile da decifrare anche per i rossoblu. Sabato si incontreranno due squadre che sono sulla stessa barca: entrambe hanno disperato bisogno di vincere ed è quindi una partita fondamentale. Penso che inizialmente vedremo due squadre che si studieranno, ma poi chi ha più qualità e personalità dovrà venir fuori e provare a vincere. Il periodo, soprattutto sul piano psicologico, è critico per entrambe le squadre e soltanto un risultato positivo potrebbe dare una scossa per cambiare rotta”.

Crede quindi che queste difficoltà siano più di natura psicologica che tecnica?

“Più la squadra è esperta e più riesce a gestire i momenti delicati. Per tanti giocatori inesperti invece è faticoso giocare con la testa libera, proprio perché soffrono di più la pressione. Non c’è il coraggio di rischiare qualche giocata difficile, e se al primo errore il pubblico non ti perdona perdi ulteriormente sicurezza. Il calcio si vive molto con la forza mentale, oltre che con la qualità tecnica. Essere forti psicologicamente è determinante perché ti permette di gestire le difficoltà nel migliore dei modi”.

Sabato c’è anche una sfida nella sfida, fra Andreazzoli e Giampaolo: chi perde va a casa?

“Purtroppo nel calcio italiano ne vediamo di tutti i colori. Se non si riesce a trovare una via d’uscita il rischio esonero è grande per entrambi gli allenatori. Personalmente stimo molto sia Andreazzoli che Giampaolo: sono due ottimi tecnici. Purtroppo però certe circostanze ti portano a cambiare. L’allenatore ha bisogno di tempo per uscire dalle fasi più complicate, ma purtroppo in Italia il tempo non te lo danno. E’ indubbiamente una partita a rischio per entrambi”.

Il Milan continua a segnare col contagocce: come si spiega l’involuzione di Piatek?

“Gli serve tranquillità. La punta, tuttavia, vive per il gol e quando si sbagliano certe occasioni aumenta il nervosismo. Non è neanche molto fortunato in questo periodo, però mi sembra un giocatore forte di testa. Tatticamente in questo momento si fa fatica a decifrare quale sia la sua posizione: tocca troppi pochi palloni e bisogna fare in modo che entri di più nel vivo del gioco”.

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