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ESCLUSIVA – Di Marzio: “Milan-Napoli? Sfida aperta ad ogni risultato. Agli azzurri manca un leader come Reina”

Gianni Di Marzio

Gianni Di Marzio, ex tecnico del Napoli dal '77 al '79, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni della sfida di sabato fra rossoneri e azzurri

Redazione Il Milanista

Di Simone De Bari

MILANO - Sabato, alle ore 18, Milan e Napoli scenderanno in campo a San Siro per la tredicesima giornata di campionato. I rossoneri sono al quattordicesimo posto in classifica, gli azzurri al settimo: due squadre in piena crisi che hanno grande bisogno di punti. I microfoni della nostra redazione ne hanno parlato con Gianni Di Marzio, ex allenatore del Napoli e padre del noto giornalista Gianluca.

Il Milan sta trovando moltissime difficoltà in questa stagione: se l'aspettava? 

"Un po' sì. Due anni fa sono stati commessi gravi errori tecnici e amministrativi. Il Milan deve ricostruire, il che è molto più complicato che costruire dalla base. Nelle gestioni precedenti sono stati spesi troppi soldi per giocatori supervalutati. Per ricostruire, per ristrutturare, servono competenze specifiche. Spesso è più semplice ripartire da zero piuttosto che mettere delle pezze qua e là. C'è tanto da lavorare ancora. Maldini e Boban hanno grandissime capacità, conoscono bene il calcio e li stimo immensamente, ma la ricostruzione di una grande squadra è difficilissima e inevitabilmente serve tempo".

Anche il Napoli sta arrancando. Forse nessuno immaginava che fosse settimo dopo dodici giornate...

"Non mi aspettavo facesse tanta fatica, ma personalmente ho ancora fiducia in Ancelotti, che è un grande allenatore. Credo però che sul mercato avrebbe voluto qualche top player, di personalità e carisma. D'altronde in questa squadra manca un vero leader. Ad esempio Reina era un punto di riferimento all'interno del gruppo: se ci fosse stato lui, la squadra non si sarebbe ammutinata e avrebbe rispettato il ritiro. Purtroppo i risultati e il gioco non stanno arrivando; la gente non è contenta, molti pensano ancora a Sarri. Il Napoli, col suo progetto, ha fatto bene per dieci anni, ma adesso sta venendo fuori l'altra faccia della medaglia".

Può essere ricomposta la frattura fra squadra e società?

"E' una situazione molto delicata, anche fra lo stesso Ancelotti e i giocatori. Il tecnico, da vero professionista, ha rispettato il ritiro imposto dalla società, mentre i giocatori hanno deciso di tornare a casa. Quindi si è generata tensione anche all'interno dello spogliatoio. Secondo me serve una figura forte nella dirigenza per risistemare le cose. Magari un ex giocatore del Napoli, di grande personalità, che possa supportare lo stesso Ancelotti nella gestione dello spogliatoio. Un dirigente che possa fungere da raccordo fra squadra, tecnico e presidente".

In chiave mercato si parla molto di Ibrahimovic. Potrebbe essere utile?

"In squadra ci sono già due colossi come Milik e Llorente in quel ruolo. Ibra, nonostante abbia trentasette anni, è un gran giocatore che può far comodo a qualsiasi squadra. Tuttavia il Napoli ha già due validi centravanti, quindi il reparto offensivo è coperto".

Sabato che partita sarà?

"Il Milan ultimamente è migliorato, ma continua a segnare poco. Contro la Juve, pur avendo tirato molto in porta, non ha creato clamorose occasioni. Piatek è un bravo attaccante, ha sempre fatto gol, anche con la sua Nazionale. Però ha bisogno di un gioco, di un contesto tattico che esalti le sue caratteristiche. Penso che vedremo una partita molto equilibrata. Nell'ultima gara in casa, contro il Genoa, il Napoli ha sofferto molto la pressione in seguito alla contestazione dei tifosi. Si vedeva che i giocatori non erano tranquilli. Fuori casa magari riescono a sciogliersi un po' giocando con la mente più libera. La classifica piange per entrambe le squadre, ma c'è il tempo per risalire. Un pareggio potrebbe accontentare tutti. Resta comunque la classica sfida aperta ad ogni risultato".