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Milan, Tomori: “Dobbiamo tornare in Champions League”

Stefania Palminteri – 22 Dicembre, 11:55

Fikayo Tomori

L'intervista della BBC Tomori: la stagione al Milan fin qui, l’obiettivo Champions League e il sogno Mondiale con l’Inghilterra.

Il centrale rossonero Fikayo Tomori ha recentemente rilasciato alcune dichiarazioni alla BBC, parlando della stagione attuale al Milan tra il cambio di ruolo, il nuovo allenatore e il sogno convocazione per il Mondiale con l’Inghilterra, ancora vivo. Ecco un estratto delle sue parole.

Le parole di Tomori

Sulle differenze rispetto alla scorsa stagione:
“Siamo tornati tutti in estate con qualcosa da dimostrare, sia individualmente che collettivamente. Dobbiamo affrontare la stagione con grinta e tornare in Champions League”.

Sul nuovo ruolo da braccetto nella difesa a 3:
“Fisicamente non mi sono mai sentito così bene. In parte è perché so dove devo stare in campo. Mi ha aiutato molto a leggere il gioco. È una cosa semplice, ma non c’è bisogno di strafare come difensore. Si tratta di correre in modo più intelligente, non più duro”.

Sulle differenze tra Inghilterra e Italia:
“È uno stile di vita diverso, ma la differenza più grande è il modo in cui ci alleniamo. In Italia ci concentriamo molto di più sul modo in cui giocheremo, mentre in Inghilterra l’allenamento può essere più fisico e intenso. Quando ero piccolo c’era lo stereotipo che i giocatori inglesi non andassero all’estero, ma ora ce ne sono parecchi, il che dimostra che possiamo andare all’estero e adattarci anche ad uno stile di vita diverso”.

Su Milanello e Milano:
“Milanello è pazzesco. Entrare ogni giorno e vedere le foto di giocatori come Maldini, Baresi, Kakà, Zlatan e Nesta. Quindi senti sicuramente l’aspettativa si alza sapendo che quei giocatori erano nello stesso posto. E questo viene dai tifosi che incontri in città. Ti rendi conto di quanto peso abbia quella maglia. Mi piace il fatto che siano così orgogliosi del club e che ci sia l’aspettativa che noi facciamo bene e ripetiamo ciò che hanno fatto quelli prima di noi”.

Sull’importanza che avrebbe la vittoria dello scudetto per raggiungere la nazionale:
“Ovviamente desidero anch’io il Mondiale e so che vincere il campionato mi aiuterebbe. Con Tuchel ho parlato dopo l’ultima pausa internazionale a novembre. Ci siamo sentiti diverse volte e il messaggio è di continuare a fare quello che sto facendo. Mancano sei mesi ai Mondiali e ci sono ancora molte partite da giocare. So che mi sta osservando e mi tiene d’occhio perché ha convocato Loftus-Cheek. Questo mi dà la fiducia necessaria per credere di poter farcela. È venuto a Milano la scorsa stagione e so che riceve i nostri dati e guarda regolarmente anche i nostri video. Ha detto che è difficile perché ci sono molti giocatori in quella posizione, e lo capisco perché ci sono giocatori come Stones, Guehi, Burn e Konsa. Ma i Mondiali sono ancora un sogno e sto lavorando per raggiungerlo”.

Se a volte gli capita di fare delle domande a Modric:
“Sì, ma è più una questione di ascoltare quando parla e osservare il suo modo di comportarsi e di allenarsi. Si capisce subito il suo livello e, trattandosi di Modric, quando parla non puoi fare a meno di ascoltarlo”.