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di ANTONELLO GIOIA
MILANO – Se Milan e Roma arrivano a sfidarsi in una buona condizione fisica, mentale e di risultati, merito è in particolare di due giocatori, i quali, finalmente, stanno dimostrando sul campo la bontà dell’investimento per loro attuato la scorsa estate.
Mamma li turchi, direbbe qualcuno. E lo ripetiamo anche noi oggi. Cengiz Ünder e Hakan Çalhanoğlu, infatti, saranno due osservati speciali all’Olimpico domani sera, sfidandosi in un duello tutto ottomano a suon di tecnica e velocità.

IL PICCOLO DYBALA DIVENTA GRANDE
Il primo è in una forma straordinaria; dopo un’inizio di stagione più da matita rossa che giallo-rossa, Ünder ha saputo conquistarsi la fiducia di allenatore, compagni e tifosi con giocate di alto livello e goal a raffica. Sono ben 5 (4 in Campionato, 1 all’esordio in Champions League negli ottavi contro lo Shakthar Donetsk) le realizzazioni dell’esterno classe 1997 nelle ultime quattro partite, segno inequivocabile di una crescita esponenziale e di un adattamento conquistato al difficile calcio italiano. D’altronde, al suo arrivo nella Capitale, fu presentato come il nuovo Dybala, e non solo per via della somiglianza estetica con il 10 argentino della Juve. Mancino come lui, veloce come lui, simile anche per fiuto del goal: non ancora campione come lui, ma Ünder ha tutte le carte in regola per diventarlo. Anche abbastanza presto.

TALENTO SOPRAFFINO
Dall’altra parte del prato di gioco, ecco uno che da anni è considerato il talento assoluto del calcio turco: Hakan Çalhanoğlu. Tecnica e piedi sopraffini, mago delle punizioni e regista offensivo di classe; tutto ciò, però, rovinato da una certa discontinuità di rendimento e un’attitudine al sacrificio non proprio esemplare. Con Montella si dava ragione ai critici, in pochi continuavano a lodare Mirabelli per i 25 milioni spesi per l’ex Bayer Leverkusen. Poi è arrivato Gattuso, uno che ha fatto e che fa del sacrificio suo pane quotidiano. E ora stiamo ammirando il (quasi) vero Çalhanoğlu; lì, sull’esterno sinistro, si intende a meraviglia con Bonaventura, il quale gli crea spesso lo spazio per accentrarsi e calciare in porta, oppure per un crosso – possiamo dirlo – alla Çalhanoğlu.
Pronti alla battaglia, dunque. Dura si, ma con tanta, tanta tecnica e classe. Grazie Turchia.
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