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MILANO – Dopo le dichiarazioni di ieri di Andriy Shevchenko in vista della finale di Champions League tra le due squadre di Madrid, in programma sabato sera a San Siro, anche Carlo Ancelotti ha ricordato il trionfo con il Milan nel 2003 e lo ha fatto in un’intervista concessa a goal.com: “Ho un bellissimo ricordo di quella finale, è la mia partita preferita. Non solo perché giocammo bene e perché vincemmo. Fu una partita molto difficile. Due squadre italiane che giocavano a Manchester, ci conoscevamo bene e per questo non c’erano sorprese. Entrambe le squadre giocavano molto compatte e alla fine siamo stati fortunati nel vincere ai rigori, ma anche nei 120 minuti precedenti meritavamo la vittoria“.
IL CAPITANO – Poi il tecnico di Reggiolo ha commentato il suo rapporto con Maldini, colui il quale nella notte di Manchester alzò al cielo il trofeo: “Quando alleni un giocatore che era un tuo compagno di squadra si crea un rapporto particolare e molto speciale: era impossibile rompere l’amicizia creata. Nel frattempo ero diventato l’allenatore ed era mia compito prendere le decisioni. L’elemento più importante era il rispetto reciproco. Paolo capì questo molto bene e con lui ho avuto un rapporto fantastico. Aveva compreso il mio nuovo ruolo e che a volte dovevo prendere decisioni scomode. C’erano altri miei compagni di squadra e li lasciavo in panchina: da amici, mi chiedevano perché lo facessi e io rispondevo loro che ormai ero diventato il loro allenatore“.
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