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UFFICIALE- Kjaer lascia il Milan: “È il momento giusto per andare via”

Simon Kjaer
Simon Kjaer non sarà più un giocatore del Milan a partire dalla prossima stagione. L’annuncio arriva dallo stesso difensore
Giulia Benedetti Redattore 

Ora è ufficiale: Simon Kjaer non sarà più un giocatore del Milan. A comunicarlo è stato lo stesso difensore rossonero, che ha salutato tutti in un'intervista concessa a Milan TV. Sulle emozioni provate: "Tante, positive e negative. È da un paio di mesi che avevo la sensazione che era giusto finire ora, e poi ci sarà una nuova avventura".

Se l’addio è arrivato al momento giusto: "Sì. Nel mio percorso di questi quattro anni sono arrivato ad un buon punto. Ma potevo ovviamente anche dare di più, per aiutare ancora di più. È il momento giusto".

Sul futuro: "Diciamo che il mio futuro l’ho diviso in tre parti. C’è una settimana per essere disponibile per la mia ultima partita a San Siro e mettere ancora la maglia del Milan. Poi c'è un'avventura con la Danimarca, è sempre molto speciale. E dopo di questo devo trovare il posto dove continuare a giocare a calcio. La cosa più importante è questa settimana".

Sulla nuova esperienza: "Senza paura. Penso che ho provato così tanto nella mia carriera, ho esperienza per capire che la paura non ti dà niente. Ho grande curiosità e grande voglia di impattare su un nuovo gruppo così come ho fatto qui".

Sul Milan: "Sono venuto in Italia quando avevo 19 anni al Palermo. Lì ho subito detto al mio procuratore: “Voglio andare al Milan”. C’è voluto un po’ di tempo, però alla fine sono venuto qua e questa è la mia società, il mio luogo e sarà sempre così. Quando sono arrivato qua il Milan era in un periodo molto difficile che durava da tanti anni. Paolo Maldini e Ricky Massara mi hanno portato qua per dare un impatto soprattutto ai giovani, dare continuità e far crescere il gruppo. Penso che il mio lavoro l’ho fatto".

Se si aspettava l’impatto avuto nel Milan: "Dipende ovviamente sempre dal gruppo. Io avevo una fortuna, cioè che con me è arrivato anche Zlatan Ibrahimovic. Non ho mai avuto bisogno di urlare o dare quel tipo di stimolo. Ho potuto lavorare sui singoli, far vedere ogni giorno che si doveva arrivare presto per lavorare e che si andava a casa tardi. Prima che arrivassi qui c’erano 2-3 giocatori agli allenamenti in palestra. Ora ci sono tutti. È stato un percorso anche con lo staff del mister. Ora non c’è nessuno che si rilassa".