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Sacchi: “Agnelli voleva conoscere il mio Milan. A me e Berlusconi disse…”

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L'ex allenatore del Milan, intervistato da Il mattino, ha parlato di diversi argomenti, dallo Scudetto del Napoli ad aneddoti del passato

Arrigo Sacchi ha rilasciato un'intervista a Il Mattino. L'ex allenatore del Milane della Nazionale ha parlato di diversi argomenti. Il suo giudizio sullo Scudetto del Napoli: "Ha fatto un 'miracolone' perché all'inizio della stagione non c'era nessuno che avrebbe scommesso su questo cammino straordinario degli azzurri. Non so se Spalletti, come me, avrebbe mai pensato di raggiungere certi traguardi: c'è sempre una connessione tra la grandezza del sogno e quella del risultato".

L'ex tecnico ha parlato del dominio della Juventus nella storia della Serie A: "Per avere successo certe componenti sono importanti: il club con la sua storia e con la sua competenza viene prima di ogni altra cosa. Cuccureddu, quando ero nelle giovanili della Fiorentina, mi disse: 'Se la squadra viola avesse giocato a Torino, chissà quanti scudetti avrebbe vinto'. La Juventus ha sempre imposto la sua potenza economica e organizzativa".

Poi un aneddoto: "L'avvocato Agnelli voleva conoscere la mia squadra prima di una gara al Comunale nel 1988. Berlusconi accettò ma io tremai all'idea che il suo carisma ci avrebbe indebolito. Allora lo feci venire quando sapevo che la squadra sarebbe stata già in campo a fare riscaldamento. Lui entrò e trovò solo me e Berlusconi. Ci rimase male ma non lo diede a vedere e disse: 'Sapevo che avevate una squadra fortissima, speravo che voi due l'avreste rovinata'. E dopo 17 anni tornammo a vincere a Torino".