Ricardo Kaká, ex fuoriclasse del Milan, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a ‘La Gazzetta dello Sport‘ oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.
Sulla nostalgia dal calcio giocato: “Mi mancano queste cose, l’emozione della convocazione in Nazionale. A distanza di anni ti accorgi di quanto fosse bello. La nostalgia c’è, inutile negarlo, anche se ho fatto una splendida carriera. Gioco ancora, sa? Una volta alla settimana, a San Paolo”.
Sui Mondiali in Qatar: “Inciderà un po’ tutto: il momento della stagione, la temperatura calda ma non troppo, la mancanza di viaggi e quindi la possibilità di far iniziare subito il processo di recupero dopo la partita. I grandi campioni saranno al top”.
Su Khvicha Kvaratskhelia: “È molto bravo questo ragazzo, una bella sorpresa. Peccato che lui e Erling Braut Haaland non possano fare il Mondiale. La fantasia sorprende sempre, fa la differenza il giocatore che trova soluzioni che gli altri non vedono”.
Sulla sua vittoria del Pallone d’Oro nel 2007: “Per me quella vittoria è stata bellissima anche perché, fino a quando non ha vinto Luka Modrić, ogni anno che toccava a Leo o a Cristiano tutti si ricordavano di me: ero stato l’ultimo prima della loro collezione”.
Sul calcio come sport ancora più amato dai giovani: “Sì, ma deve confrontarsi con una generazione che non ha pazienza. Mio figlio Luca ha 14 anni e guarda le partite in modo diverso da come facevo e faccio io. I ragazzi non sopportano i tempi morti, vogliono interagire e commentare. La situazione va studiata bene. E apprezzo molto il messaggio positivo della Conmebol che invita tutti a mettere il calcio al centro, soprattutto durante il Mondiale: questo sport mi ha dato tanto, mi ha trasmesso valori importanti”.
Sul Milan agli ottavi di finale in Champions League: “È bellissimo. Vorrei venire in Italia per la sfida con il Tottenham. Il Milan ha preso la direzione giusta, mi piace il lavoro a lungo termine impostato dalla società”.