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Kalulu: “Voglio arrivare al top. Pioli è speciale, Ibra fin da subito…”

Fikayo Tomori & Pierre Kalulu
Pierre Kalulu ha rinnovato il suo contratto con il Milan fino al 2027. Ecco di seguito alcune dichiarazioni rilasciate dal difensore

Redazione Il Milanista

Ieri pomeriggio il Milan ha annunciato di aver prolungato il contratto di Pierre Kalulu fino al 30 giugno 2027. Finora il francese ha collezionato 75 presenze con la maglia rossonera. Proprio il difensore è stato il protagonista di 'On the road', nuova serie su YouTube del club meneghino. Sui tifosi rossoneri ha detto: "Mi chiedono sempre autografi e selfie fuori da Milanello? Sì, è sempre un piacere. Ho un rapporto molto bello con i tifosi: sono molto affettuosi. Quando senti che la gente ti ama, sei sempre più felice".

Sul vivere fuori Milano: "Già in Francia vivevo in una città tranquilla. Mi piace tanto stare a casa e ho scelto un posto tranquillo che è anche più vicino a Milanello, così anche quando mi devo svegliare la mattina faccio presto. Milano? Si per me è una città in cui c’è tutto come se fosse una capitale, tra negozi e ristoranti. Quando hai bisogno di qualcosa, a Milano la trovi".

Sul primo allenatore Roger Martin: "Lui mi ha insegnato tutte le basi, la visione del calcio: più verso l'intelligenza che sulle capacità fisiche. È stato molto importante per me. Quando torno lo vado praticamente sempre a trovare. Adesso è tifoso del Milan: gli ho regalato una tuta e ogni volta che può la mette. Lui è orgoglioso di me, ha sempre avuto fiducia".

Famiglia di calciatori: "Anche Joseph, il più piccolo, gioca a Saint-Priest adesso: siamo tutti calciatori. I miei genitori hanno puntato tanto sulla scuola. Io ero bravo in classe, ero un buon studente. Loro hanno voluto che arrivassimo fino alla maturità francese ma anche per noi e il calcio hanno fatto tutto. Li ringrazierò per sempre. La mamma si emoziona di più, mio padre è più razionale".

Sulla vittoria dello Scudetto: "Il derby di Giroud ha cambiato tante cose, avevamo un ritmo incredibile... Ma anche a Roma con la Lazio, quella con la Fiorentina, ma anche un po' prima... Io lo avevo detto in famiglia: noi avevamo cambiato il morale verso le partite, potevamo vincere contro chiunque, anche giocando meno bene del solito arrivavamo all'obiettivo; sentivi che l'avversario aveva un po' più di timore. È vero che è facile dire queste cose dopo, ma io lo sentivo già da prima".

Sui festeggiamenti: "Veramente incredibile. Tutti dicono che quando sei giovane non senti che hai vinto lo scudetto, ma quando ho festeggiato con tutta la gente ho detto: 'Ma no, abbiamo fatto una cosa molto importante'. Ho imparato tutti i cori dei tifosi, perché dallo stadio sentivo solo come una musica".

Su Pioli: "Il primo allenatore ha sempre un posto speciale. Io lo stimo tanto, anche per i valori che dà al gruppo. Lui vuole che facciamo sempre di più. Siamo un bel gruppo, tutti ci vogliamo bene".

Su Ibrahimovic: "Lui, sin dall'inizio, voleva sapere chi fossi, era curioso. Mi stava dietro, mi dava consigli, rispetta il mio lavoro. Mi dice di avere fiducia sul campo".

Obiettivo: "​Voglio arrivare al livello top, senza limiti. Sono convinto di potercela fare. È solo l'inizio ora, tra 10 anni potrò dire di averlo detto".