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Under 21, Nicolato insiste: “In Serie A bisogna puntare sui giovani!”

Nazionale italiana
Paolo Nicolato ha rilasciato un’intervista sull’Under 21 e sulla necessità di far giocare i giovani nelle squadre di Serie A.

Redazione Il Milanista

Paolo Nicolato, commissario tecnico dell’Under 21, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tuttosport e ha sottolineato la necessità di far giocare i giovani nelle squadre di Serie A. Ecco le sue dichiarazioni:

Sulla qualificazione all’Europeo 2023: Sinceramente non ho dormito, dopo le partite solitamente non ci riesco. Avevo l’adrenalina ancora alta per la vittoria sull’Irlanda che ci ha dato il pass. È stata una grande soddisfazione per aver centrato un obiettivo importante, soprattutto per come siamo riusciti a ottenerlo. Ho dormito poco ma ero contento”. 

Sui giovani che devono avere maggiori opportunità: “Dall’ottica della Nazionale noi possiamo avere un futuro se aumentiamo il bacino di calciatori che giocano. È un problema anche di culture del calcio. Partendo dal presupposto che un ragazzo deve giocare solo se merita, il problema si concretizza se merita sempre qualcun altro! Io credo nel merito: se uno ha 50 anni e gioca meglio di uno quello di 20 deve scendere in campo il primo. Ma nel caso opposto non gli preclusa l’occasione solo perché è giovane e non ha esperienza”.

Su Miretti: “Non lo scopro certo, è il capitano della Nazionale Under 19 e ha già fatto un bel percorso internazionale nonostante sia così giovane. Per lui come per tutti bisogna poi testarsi in maniera non sporadica con i grandi, là dove sale ulteriormente il livello. Ha potenzialità notevoli, un buon piede e personalità, ci verrà utile. Può giocare sia mezzala che play: un conto è giocare e con al fianco gente come Rabiot, altro invece essere tu il pilastro insieme ad altri giovani azzurri. Ha grande tecnica e buona visione di gioco, può giocare ovunque”. 

Su Rovella: “Nicolò è un ragazzo che mi piace molto, ha tecnica ed è sempre animato da uno spirito guerriero, caratteristiche che non si abbinano spesso in un unico giocatore… È stato bravo, ha disputato tre grandi partite pur venendo da un periodo per lui complesso, non giocava una partita intera dal raduno di marzo contro la Bosnia”. 

Sull’Europeo: “Io ho fatto due Europei e un Mondiale e devo dire che nel percorso di un torneo come questi ha un peso molto importante il sorteggio. Essere un po’ fortunati aiuta. L’altro aspetto che conta è arrivarci con i ragazzi in condizione e che stanno bene, per evitare di inventare soluzione all’ultimo. Quando si alzano i livelli la condizione atletica ha un valore non indifferente. C’è una finestra a settembre nella qualche cercheremo di organizzare delle amichevoli di buon livello, poi una a marzo: se ci sarà qualche giorno in più, magari anche all’estero; altrimenti in Italia. A novembre potremmo organizzare uno stage, se si riesce”. 

Sulle ambizioni: “È ovvio che proveremo a dare il massimo e ci dovremo confrontare con realtà di valore assoluto come la Spagna e il Portogallo, per non parlare di Francia e Inghilterra. Si tratta di movimenti calcistici che in questo momento vanno meglio del nostro, ma tutte le partite vanno giocate”.