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Criscitiello: “Maldini? Il cognome non lo autorizza a sentirsi il padrone”

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Nel suo editoriale del lunedì, il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello “parla” al Milan, a Stefano Pioli e a Paolo Maldini...
Redazione Il Milanista

Nel suo editoriale del lunedì, il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello “parla” al Milan, a Stefano Pioli e a Paolo Maldini. Di seguito, quanto scritto oggi dal giornalista questa mattina.

“Il Milan riflette sugli errori commessi. Stagione, di fatto, finita. Possiamo tirare una linea. Il Milan non rientra tra le prime 4 ma farà la Champions League solo perché la Juventus sarà penalizzata. In Coppa Italia sei uscito al primo turno, la Supercoppa l’hai persa umiliato dall’Inter, in Champions hai fatto un buon cammino ma con il peggiore dei finali. Preso a schiaffi dai cugini che tra coppe nazionali e internazionali hanno giocato a tennis, secco 6-0. Pioli è diventato scarso? Maldini da fenomeno si è trasformato in brocco? No, ci vuole equilibrio nella vittoria e soprattutto nella sconfitta. Pioli non era un fenomeno quando vinceva lo scudetto e non è incapace ora. Pioli è un allenatore normale, bravo e preparato ma non può gestire grandi squadre a livello internazionale”.

Criscitiello prosegue soffermandosi sul direttore tecnico: “Maldini da fenomeno a incapace? Neanche. Maldini ha iniziato a fare il dirigente due anni fa. Pochi per avere esperienza anche se ti chiami Maldini. Profilo di gran classe, grande conoscitore di calcio ma la gestione del post scudetto è stata pessima. Deve andare via dal Milan? No. Sarebbe un errore. Ha, però, un grande difetto.

Caratterialmente è un solista e la sua storia, il suo cognome non lo autorizzano a sentirsi il padrone del Milan. Anche se sei Maldini resti un dipendente del club. Paolo, invece, spesso non si rapporta con i superiori perché non li considera tali ma resta uno sbaglio perché anche nel Milan ci sono delle gerarchie. Furlani e Cardinale ne capiranno anche meno di Maldini ma restano loro i rappresentati della proprietà, Paolo ha diritto ad una terza vita, sperando che gli errori commessi quest’anno non si ripetano nel futuro prossimo”.