A sottolineare la poca spettacolarità della partita è Sebastiano Vernazza, che sulle colonne de La Gazzetta dello Sport racconta il suo Milan-Fiorentina.
“Mike Maignan santo subito, si fa per dire. Incommensurabile la parata di faccia del portiere francese a pochi secondi dalla fine su Mandragora, a salvare il Milan da un pareggio che avrebbe avuto una sua giustezza di fondo. I problemi di gioco e di atteggiamento restano tali, seppure con l’attenuante non generica delle assenze numerose e di qualità. È stato un Milan meritevole e discreto nel primo tempo, e troppo arrendevole e difensivista nella ripresa.
Poi, Vernazza continua su Camarda: “In 14 minuti, recupero compreso, Camarda ha giocato un unico pallone, azione in cui ha tentato di andare via a Milenkovic, ma il difensore viola gli ha sottratto la palla e ha innescato una pericolosa ripartenza alta. Diciamo che il ragazzo ha mostrato personalità e va bene così.
Una lunga fase di reciproco annullamento, per 20 minuti abbondanti Milan e Fiorentina si sono specchiate l’una nell’altra, con diffidenza reciproca. Niente 4-3-3, Stefano Pioli ha rispolverato l’abito consueto del 4-2-3-1 con Musah trequartista maratoneta, nel senso che l’americano aveva la missione di sporcare il primo giro-palla viola. Si è così creata la situazione abbastanza surreale di un numero 10 di facciata che disturbava Martinez Quarta, difensore centrale della Fiorentina con compiti di costruzione”.