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Adli racconta il suo arrivo: “Ero giovane ed esposto, sono maturato”

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Il centrocampista del Milan ha rilasciato un'intervista a L'Equipe, in cui ha raccontato il suo arrivo a Milano e i primi tempi complicati
Lorenzo Focolari Redattore 

Oggi alle 18:45 il Milansarà ospite del Rennesnel ritorno del playoff di Europa League. In vista del match, Yacine Adli ha parlato in un'intervista a L'Equipe. Il centrocampista ha raccontato chi era al suo arrivo a Milano: "Ero giovane ed esposto. Sono molto maturato. Quello che mi ha colpito di più al mio arrivo al Milan è stata la forza dell'istituzione".

Nonostante le difficoltà, non ha dubitato di se stesso: "Mai, perché non ero messo male negli allenamenti. Secondo l'allenatore dovevo fare un salto tattico, come tutti i giocatori che arrivano in Serie A da altri campionati".

I motivi per cui giocava poco: "Dovevo migliorare in difesa. E poi, nel ruolo di trequartista c'erano Brahim Diaz, che stava facendo bene, e Charles De Ketelaere, che era stato il grande acquisto dell'estate. Ero in fase di apprendimento e nelle gerarchie ero dietro di loro. Era difficile conquistarmi un posto in campo".

Come ha resistito: "Non ho mai mollato negli allenamenti e l'intensità era massima in ogni sessione. Non ero nella lista della Champions League e quindi a volte mi allenavo da solo, con un preparatore. Non volevo perdere tempo, dovevo farmi trovare pronto per ogni eventualità. Avevo un buon rapporto con tutti, avevo un peso nello spogliatoio, ero un punto di riferimento anche se giocavo poco".

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