Non poteva che avvenire tra le fiamme la riscossa milanista. Lì, nelle difficoltà degli inferi che si vestono a Champions League – la competizione che più calza a pennello sul Milan – il Diavolo ha fatto il Diavolo contro una squadra di alieni. Un match da maschere di Halloween con una settimana di ritardo che ha visto trionfare, e vincere il premio di maschera più bella, i padroni di casa. Non ci giriamo troppo intorno: è una vittoria importantissima. Arrivata enfatizzando le qualità migliori della squadra rossonera: la velocità, le fiammate di Leao, i gol di Giroud, la solidità difensiva, il saper soffrire. E pure il saper parare con Mike Maignan – protagonista, tra gli altri – che ha evidentemente vinto il duello a distanza con il suo passato.
La partita
Il gol a secco del Paris Saint German ha fatto presagire chissà quale ecatombe. Invece il Milan s’è ricomposto ed ha iniziato a fare il Milan. I gol sono di pregevole fattura. Il primo lo è nella sua totalità: la rete di Leao parte da molto lontano, dalla metà campo rossonera, e si conclude con una rovesciata dopo aver corso più di mezzo campo. Il secondo nel gesto tecnico di un campione quale è Giroud. Pioli è stato poi bravo ad abbassare il baricentro per togliere fiato al palleggio di Luis Enrique che non è stato capace, evidentemente, di trovare antidoti tattici.
La svolta
Questa vittoria potrebbe non bastare ad ottenere la qualificazione agli ottavi di Champions League. O magari sì, chi lo sa. Ma sicuramente può bastare a segnare una svolta nella stagione del Milan. Bisogna ripartire da qui, da questa prova diavolesca, tornare a giocare e fare punti. Aggrappati a Stefano Pioli, sempre ingiustamente messo alla gogna. E magari a Zlatan Ibrahimovic: manca solo lui per la svolta. Il cuore, la mente, l’anima emotiva di questo Diavolo.