Demetrio Albertini, ex centrocampista rossonero, ha analizzato l’ottimo avvio di stagione del Milan di Massimiliano Allegri in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Ecco un estratto delle sue parole:
La corsa scudetto e il ruolo di Allegri
“Il Milan non può ma deve lottare per lo scudetto. Quando indossi la maglia rossonera sei obbligato a puntare al massimo, anche per capire l’anno dopo cosa ti manca. La gestione dei momenti durante la stagione è un’incognita per tutti, ma queste prime giornate hanno fatto capire che il Diavolo può stare in alto”.
Sul tecnico rossonero Albertini non ha dubbi: “Lui sa come si vince e come si costruisce qualcosa. Se hai un gruppo solido, che ti segue e lavora bene, trasmettere il proprio credo tattico è più facile. Contro il Bologna e a Udine ho visto una formazione con le idee chiare”.
Un centrocampo di altissimo livello
L’ex rossonero si è poi soffermato in particolare sulla mediana: “Lì in mezzo il Milan ha uno dei reparti più forti del campionato. Se la gioca con il Napoli, direi. Ad Allegri forse può mancare qualcosa in attacco, ma a centrocampo ha già trovato l’equilibrio giusto tra giovani e anziani. E con anziani mi riferisco chiaramente a quel fuoriclasse che si chiama Modric”.
Albertini ha poi parlato dei singoli: “Mi aspettavo Rabiot subito così decisivo perché conosce Allegri e parla la sua stessa lingua calcistica. Averlo ha aiutato il gruppo a capire meglio ciò che il tecnico si aspetta: ecco perché Max lo ha chiesto con tanta forza al club. Mi sarei stupito se Rabiot non avesse giocato subito così bene: ha trent’anni, conosce il nostro campionato ed è quello che mancava. Fofana? È perfetto per completare il reparto. E se pure lui segna come a Udine… Il francese ha qualità importanti e con Modric e Rabiot le può evidenziare più facilmente”.
Infine, un passaggio sulla fase difensiva: “Nella fase difensiva i centrocampisti hanno un ruolo importante. Se gli avversari si inseriscono a mille all’ora o se sei sempre uno contro uno, anche il migliore difensore al mondo soffre. Adesso la retroguardia è più coperta e i risultati si vedono”.