Milan, parla Bennacer

MILANO – Ismael Bennacer, centrocampista del Milan, si è così espresso in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport sul suo primo periodo in rossonero: “Gara contro la Lazio? Sto bene e mi dispiace per come quella partita è finita. In passato ho fatto anche la mezzala ma ora, da un anno e mezzo, gioco davanti alla difesa.
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Un tempo in cui ho imparato tante cose ma ancora troppo poco per dire che vado bene così: so di dover essere più leader, di dover parlare di più come impone il mio ruolo. Devo saper suggerire ai miei compagni le indicazioni migliori, devo capire come gestire i momenti difficili. Oggi parlo già tanto, in campo visto che fuori sono uno silenzioso, ma devo farlo ancora di più. E poi devo crescere tatticamente, nella ricerca della palla, nel sapermi liberare dalla pressione”.
PRESSIONE DELL’AMBIENTE: “È ovvio che Milano è Milano ed Empoli era Empoli. Ma il calcio è uguale da tutte le parti, solo che qui giochi con compagni più forti. Per questo dico che la pressione non mi influenza, credo di saperla reggere bene. Gli errori ci stanno comunque, ma non dipende da dove sei. Ripeto, so di dover crescere e la scelta di venire qui è stata la migliore che avrei potuto fare”.
SI PUO’ BATTERE LA JUVE?: “Certo. La Juve è la Juve ma noi siamo il Milan, non il Lecce. Se loro, Juve e Lecce, hanno pareggiato, noi possiamo vincere. Basta avere lo spirito giusto”.
SU PIOLI: “Rispetto a Giampaolo è più aggressivo, più vicino a noi, ci parla in continuazione. Mi ha parlato anche da solo, mi ha spiegato cosa vuole da me: mi ha detto di prendere più tempo quando ho la palla, di non verticalizzare sempre, di gestire meglio i tempi di gioco”.
SUI LEADER: “Nello spogliatoio quello che parla di più è Pepe Reina, che ha grandissima esperienza. Biglia mi ha preso con sé dopo gli errori che avevo commesso contro la Fiorentina. Mi ha detto di aver rivisto il momento in cui procuro il rigore, che ha notato come all’inizio io segua l’azione, poi mi fermi e poi riparta ancora. Mi ha detto proprio questo, di non fermarmi mai, che in certi casi si fa e non si pensa. Lucas gioca nel mio ruolo e mi è di grande aiuto. Come Romagnoli, il nostro capitano”.
SUGLI ERRORI: “Nel calcio contano i dettagli, se fai un errore condizioni anche il compagno e così via. Forse c’è stata in generale poca concentrazione. Ma lo sappiamo e ne siamo dispiaciutissimi. Il Milan è il club storico per eccellenza, dobbiamo tirarci su soprattutto per i tifosi. Il momento è duro ma il nostro compito è lavorare e guardare avanti”.
SUGLI OBIETTIVI: «Arrivare più in alto possibile, il più vicino alle prime posizioni. Senza dire di più ma sapendo che nella nostra testa l’idea della Champions League e dell’Europa League c’è».
TI ISPIRI A…: “Mi ispiro a Iniesta e Verratti, li osservo tantissimo. Quando Pirlo giocava ero piccolo e non ho fatto in tempo a vederlo molto dal vivo. So che è stato tra i più grandi e anche Boban me lo ricorda sempre. Mi dice: “Guarda come giocava Pirlo, non era velocissimo ma sapeva prima degli altri dove andava la palla e dove erano i compagni, la sua posizione era sempre perfetta”. Ora lo sto studiando nei video”.
SUL SUO TEMPO LIBERO: “Sto sempre a casa. Esco solo per mangiare in compagnia di mia moglie Chaines o per fare qualche passeggiata se mi raggiunge la mia famiglia. Poi casa, casa, casa. Prego cinque volte al giorno, ma mai in spogliatoio. La religione per me è fondamentale. È vero, mi piace la moda e mi rivestirei come quel primo giorno. Sono giovane, me lo posso permettere. Da grande passerò ad abiti più classici”.
SUL RAZZISMO: “Mai e dico che è triste anche solo dover affrontare questo argomento nel 2019”.
SUI COMPAGNI DI SQUADRA: “Gigio è fortissimo. Con Theo Hernandez avevamo giocato insieme da piccolini in Francia e l’ho ritrovato molto più completo. Mi trovo bene con Leao e Kessie, che parlano francese, e con Calhanoglu che è il mio vicino di spogliatoio. E poi sono felice di aver ritrovato qui Krunic. Lui e mio fratello maggiore sono stati i primi a sapere del Milan. Mio fratello Samir perché da sempre è un grande tifoso rossonero e Krunic perché da Empoli era arrivato qui poco prima di me. Mi chiamava quando ero in Egitto per la Coppa d’Africa e insisteva: “Vieni o no? Qui ti vogliono”. E io rispondevo “non lo so” perché davvero ancora non lo sapevo. Poi sono arrivato e ripeto, è stata la miglior scelta che potessi fare per la mia carriera”. CLICCA QUI>Intanto, ecco tutte le principali notizie dal mondo Milan in aggiornamento live
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