Nato a New York il 22 febbraio 2000, Weah Junior ha ben quattro passaporti (americano, francese, giamaicano e liberiano), ma milita nella nazionale statunitense, Paese dove è nato e cresciuto. Papà George non se ne perde una ed è il suo fan numero uno. Sugli spalti in Qatar a seguire il figlio c'è proprio lui: George Weah, ex attaccante del Milan e attuale presidente della Liberia.
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Milan, amarcord Weah: di padre in figlio. La storia continua (?)
Dopo il fischio finale della partita contro gli iraniani (esclusi dal mondiale) l'ex calciatore è sceso ad abbracciare il figlio Timothy. Diverso dal padre, il classe 2000 ha un fisico meno imponente e più slanciato. Versatile a livello tattico e attaccante rapido. Lo stesso Timothy aveva dichiarato prima dei Mondiali: "Se giocherò sarà una grande cosa anche per lui". E invece non solo è stato chiamato in causa in più ha fatto gol all'esordio. Dove non era riuscito George, il sogno è stato realizzato dall'erede.
Quello di Timothy Weah è diventata una suggestione di mercato interessante per il Milan. La dirigenza sta osservando diversi profili per dare a Stefano Pioli tutte le migliori armi in campo. Per il prossimo mercato estivo, si sa, se partirà Rafael Leao il reparto offensivo sarà un bel grattacapo per il club rossonero.
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