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RIVIVI IL LIVE / Giampaolo: “Posso cambiare i giocatori, ma non le idee. Mercato? Non me ne occupo io, i dirigenti sanno cosa fare”

Giampaolo

Marco Giampaolo parla alla vigilia di Milan-Brescia

Redazione Il Milanista

MILANO - Domani pomeriggio, alle 18, il Milan scenderà in campo per la seconda giornata di campionato, ospitando a San Siro il Brescia. Nel centro sportivo di Milanello, mister Giampaolo parlerà in conferenza stampa alle 14.30. Segui con noi la diretta!

SUL MERCATO IN USCITA - "Non conosco le operazioni in uscita, non mi condizionano. Quelli che convocherò saranno tutti nella condizione di poter giocare, anche se c'è qualche spiffero. Fino a quando sono con me sono convocati come giocatori del Milan".

SUL TREQUARTISTA - "Il trequartista è un attaccante con duttilità e spirito di sacrificio, ed è un giocatore di qualità. Ecco perché Suso può giocare lì, ma deve avere la caratteristica dell'attaccante e immedesimarsi nel ruolo".

SUL REPARTO OFFENSIVO - "Gli attaccanti lavorano bene, sono professionisti seri e io devo tirare fuori il meglio di ciascuno di loro".

SUL GOL SUBITO A UDINE - "C'è stato un errore di posizionamento. Se subisci gol da calcio d'angolo vuol dire anche che ti posizioni male in area, non è solo una questione di statura dei giocatori. Oltretutto a me i giocatori di un metro e novanta non piacciono, perché tendenzialmente più sono alti e meno sanno giocare".

SU BORINI E KESSIE - "Si tratta di vedere anche la condizione fisica e bisogna integrare ogni giocatore in una valutazione collettiva. Borini non ha saltato un allenamento, era in buona condizione e ha giocato lui, mentre Kessié è andato in panchina. Il Milan non può avere solo 11 titolari, altrimenti siamo morti. Ogni calciatore deve dare il suo contributo alla squadra, che sta al di sopra di tutto".

SULLE DICHIARAZIONI DI DOMENICA SCORSA - "Sono state strumentalizzate. Posso cambiare i giocatori ma non le idee. Se ho un giocatore con certe caratteristiche posso spostarlo o non farlo giocare, ma non cambio il pensiero originario. Il principio resta quello e non è un segnale di debolezza".

SUL MERCATO - "La società sa cosa fare. I dirigenti seguono la squadra costantemente, sanno come muoversi. Oggi agli allenatori viene detto di fare il loro lavoro e io lo faccio. Delle dinamiche di mercato non me ne occupo".

SUL MINUTAGGIO DEI NUOVI - "C'è da lavorare insieme. Non dimenticate che sono partito in ritiro con otto primavera. I ragazzi della primavera si sanno muovere meglio perché hanno lavorato di più. Bisogna avere il tempo di integrare tutti, non è una cosa immediata. Non pensate ad un giocatore che arriva domani e gioca subito. Dovrà mettersi in coda e capire tante cose".

SUL REGISTA DAVANTI ALLA DIFESA - "I nostri registi di centrocampo sono Biglia e Bennacer. In questo momento venendo meno loro ho ripiegato su Calhanoglu".

SUL RAPPORTO CON LA DIRIGENZA - "Abbiamo parlato della partita di Udine, ho già detto che loro sono grandi calciatori e ci siamo confrontati sulle cose di campo. Vogliamo costruire una grande squadra passo dopo passo".

SUL BRESCIA - "E' una buona squadra, mi ricorda la 'mia' Sampdoria. Riesce ad annullare il gap d'esperienza attraverso un lavoro collettivo straordinario. Mi è piaciuto molto a Cagliari. Sarà una partita da giocare bene, con massima attenzione".

SU BONAVENTURA - "E' un giocatore molto forte, ma è ancora indietro con la condizione fisica".

SUL LAVORO DA SVOLGERE - "Nei concetti non si cambia nulla, il principio di gioco resta il medesimo: si porta avanti il lavoro che abbiamo cominciato cinquanta giorni fa. Possono cambiare i giocatori ma non cambiano i principi e le idee. Abbiamo fatto grandi partite nel pre-campioanto perché c'era contrapposizione aperta e siamo andati bene. Siamo andati meno bene quando l'avversario ci ha aspettato. Su queste cose dobbiamo lavorare".

SUL MATCH DI DOMANI - "Il fatto che ci siano sessantamila spettatori è positivo. Chiedo ai tifosi di avere pazienza, la squadra è coesa e crede in ciò che stiamo facendo. Il Milan deve fare il Milan, non essere attendista e imporre il proprio gioco. La cosa più importante, però, è l'atteggiamento".

SU UDINESE MILAN - "Mi aspettavo un'Udinese che si mettesse a giocare di ripartenza con cinquanta metri di campo da sfruttare. Ritengo che il Milan non possa avere quell'atteggiamento tattico, e che debba giocare prevalentemente nella metà campo avversario. Non abbiamo sapute leggere bene le situazioni. La prima cosa che ho detto quando sono arrivato al Milan è che ho bisogno di tempo, il tempo sarà il nostro alleato per lavorare. E' una squadra che lavora nel modo giusto, che sento estremamente unita e che deve sistemare qualcosa sul piano collettivo".