MILANO – Il noto giornalista Mario Sconcerti, sul quotidiano “Il Corriere della Sera”, si è espresso sulla finale di Supercoppa tra Milan e Juventus.
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Un match che, sebbene sulla carta possa sembrare scontato per via della superiorità dei bianconeri, è assolutamente imprevedibile. Lo dimostra anche la storia di questo trofeo: la squadra di Allegri ha perso le ultime due edizioni contro avversari nettamente meno forti: nel 2017 con la Lazio e nel 2016 con il Milan di Montella.
IL SUO COMMENTO – “Fra tutti i titoli possibili la Supercoppa è il più anarchico, il meno lineare. Si partecipa per meriti molto diversi: la vittoria in campionato e quella in Coppa Italia, chiaramente questa di valore inferiore. Nel caso di oggi ha fatto tutto la Juve, ha vinto campionato e Coppa Italia. Il merito del Milan è essere arrivato alla finale, non importa se persa bruscamente. C’è poco di tecnico nella partita di oggi. Si gioca 8 mesi dopo la fine della Coppa Italia. Si gioca lontano dall’Italia per motivi di soldi. Lo scorso anno per esempio vinse la Lazio sulla Juve, Lazio che arrivò poi 5ª in campionato, esattamente dove è il Milan adesso. È una contorsione statistica per dire che c’è comunque partita, nonostante la differenza della Juve. La confusione ambientale, le stagioni dimenticate, i fusi orari, i 25 gradi di differenza, mi fanno pensare che il migliore possa essere il vero straniero in campo, Paquetà, ultimo arrivato, tropicale quasi di nascita, giocatore diverso in un mondo diverso. Potrebbe essere il meno confuso di questa finale quasi in vacanza premio”.
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