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Incocciati: “Milan, ecco cosa succede quando c’è la competenza”

Milan in Champions League, super festa in spogliatoio.

Ecco le parole dell'ex attaccante del Milan

Redazione Il Milanista

Ai microfoni di MilanNews.it è intervenuto l'ex attaccante del Milan Giuseppe Incocciati che ha affrontato molti temi legati al club di via Aldo Rossi. Ecco le sue parole:

Inizierei dalla stagione appena conclusa. Questo secondo posto è stato una sorpresa? -  “Da come erano i presupposti all’inizio del campionato, sì. Addirittura che il Milan sia stato campione d’inverno ha sorpreso tutti, ma non per quello che poi è risultato verità, per quello che hanno dimostrato in campo, ma perché soprattutto in partenza non si dava così tanto valore a questa squadra”.

Questo risultato è frutto del grande lavoro di Stefano Pioli, che è riuscito a valorizzare al meglio tanti giocatori? -  Sicuramente Pioli è parte integrante del fatto che sia stata una stagione assolutamente positiva, ma abbiamo visto anche il ruolo di Maldini, che è riuscito a dare quel collegamento tra società e squadra. È stato un grande campione, e sapendo cosa bisogna fare a questi livelli è riuscito a dare una serenità che forse mancava negli ultimi anni. Credo che il mix sia stato ragionevolmente ripagato dai risultati: sono i ruoli che li determinano. Quando c’è la competenza messa al posto poi di solito succede questo”.

In questi giorni si sta parlando tanto della fascia di capitano del Milan per la prossima stagione. I tifosi, anche alla luce di quanto successo l’altro giorno in Danimarca-Finalndia, chiedono a gran voce che sia data a Kjaer. Lei invece non crede che queste sono vicende di spogliatoio, temi delicati che andrebbero affrontati in privato anche per preservare e rispettare l’equilibrio del gruppo? -  Ed è qui che interviene la società. La società credo che abbia già scelto, e il riferimento è a Maldini ancora una volta, che è il Milan a decidere, non i tifosi. I tifosi decidono quale sentimento mettere nel proprio tifo, ma per quanto riguarda le decisioni legate ad un contesto professionale il tifoso può esprimere il suo parere ma non è un parere che possa condizionare chi invece ha la responsabilità dei ruoli. Senza nulla togliere a Kjaer per quanto è riuscito a fare con un comportamento importante, gli viene riconosciuto che è stato un gesto straordinario, ritengo che il capitano appartiene ad una storia, a tante situazioni che solo la società, insieme ad allenatore e giocatori possono decidere. L’autonomia appartiene alla società e alla parte tecnica”.

Si aspettava che la vicenda Donnarumma potesse finire in questo modo? -  “Era molto prevedibile, perché poi quando si tentenna, insieme al volpone Raiola, ci si poteva immaginare che le cose andassero a finire così. Ho apprezzato molto il gesto repentino di Maldini ancora una volta, che ha ricordato a tutti che è il Milan è un punto d’arrivo e non un punto di passaggio. Chiaramente facendo un esame di quanto è successo Donnarumma ha pensato ai propri interessi e ha fatto bene per quello che riguarda l’economia di questa professione. Altri come me avrebbero magari pensato a ciò che il Milan gli ha dato, ovvero la possibilità di diventare un grande portiere, e quindi un po’ di riconoscenza era dovuta. Ma ormai il gioco del calcio è così, bisogna prenderla così. Credo che comunque non sia mai stato un problema, il Milan l’ha rimpiazzato in modo egregio con Maignan. I giocatori passano, abbiamo avuto Baresi, lo stesso Maldini, Rivera, Albertosi, e il Milan è sempre lì”.

Cosa farebbe con Calhanoglu? Il turco ha detto di essere concentrato sull’Europeo mentre il Milan aspetta una risposta definitiva all’offerta per il rinnovo -  “Si può essere concentrati sull’Europeo e far lavorare chi poi viene pagato lautamente, che sono i procuratori. Lui non è che deve essere coinvolto nelle trattative, una volta che ha espresso la sua volontà poi ci pensano i procuratori a portare avanti i discorsi. Quindi mi sembra una scusa abbastanza chiara, credo che la strada tracciata per il turco sia come quella tracciata da Donnarumma. C’è il gioco delle parti… E anche qui se vuole il mio pensiero di giocatori come Calhanoglu, forse anche meglio, ce ne sono tanti; nell’eventualità il Milan non avrà problemi a rimpiazzare anche lui”.

Aspettando di conoscere con precisione le condizioni di Zlatan Ibrahimovic dopo l’infortunio al ginocchio, crede che Giroud possa essere un’alternativa valida per lo svedese o sarebbe meglio andare su un profilo più giovane? -  “Dipende dalla strategia, certamente il Milan in Champions deve pensare ad avere un parco giocatori che sia omogeneo, all’interno del quale devono esserci giocatori di alto profilo, che lo siano a livello giovanile ma anche a livello d’esperienza. I giovani hanno necessità di fare un percorso, mentre la Champions League non è che ti lascia tante opportunità. Quindi bisogna avere all’interno della squadra anche quella percentuale di esperienza che possa garantire determinati equilibri quando ce ne sarà bisogno. Giroud secondo me potrebbe essere un ottimo elemento per quella che è la prospettiva Champions. Potrebbe essere la famosa chioccia per i giocatori giovani che si stanno affacciando a palcoscenici importanti ma che comunque non so se sapranno essere determinanti fin da subito”.

 Zlatan Ibrahimovic

A proposito di giovani, per Leao si parla di varie squadre interessate all’estero. A fronte di una buona offerta lo lascerebbe partire oppure punterebbe ancora sul ragazzo portoghese? - “Ho visto l’Under 21 del Portogallo, con cui Leao ha partecipato ad una gara contro l’Italia. Ho visto che in quella nazionale che, almeno in quella partita, hanno dimostrato di essere una spanna superiori a questo ragazzo che comunque ritengo un giocatore di qualità. Deve assolutamente migliorare nell’atteggiamento, deve crescere perché ha atteggiamenti infantili soprattutto per come si propone in campo. Nel Milan o si viaggia o altrimenti non funziona più il fatto di avere qualche qualità ottima a livello tecnico o di velocità se poi le prestazioni non hanno continuità. Se non migliora sotto questo punto di vista non diventerà un giocatore di alto profilo, di alta fascia”.

In chiusura, che ne pensa di Tonali? Il Milan farebbe bene a riconfermarlo? - “Il fatto che il Milan non abbia ancora fatto valere la sua volontà è legato un po’ a quello che è stato il rendimento di quest’anno di Tonali, che non è stato come tutti si aspettavano. Il giocatore ha bisogno di crescere, non so se il gioco vale la candela. Non so quali saranno le strategie del Milan però il mio pensiero è che i rossoneri debbano pensare a giocatori potenti fisicamente e non macchinosi. Tonali si è fermato un po’ sotto l’aspetto della crescita, però è evidente che cambino le cose quando indossi la maglia del Brescia e poi l’anno indossi quella del Milan. Ci sono altre responsabilità con cui bisogna fare i conti, Tonali credo che abbia un po’ sofferto questo passaggio. Nel caso in cui dovesse essere riconfermato sta a lui dimostrare un cambio di passo”.

 L'esultanza di Rafael Leao in Parma-Milan