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Ramaccioni su Sacchi: “Il suo Milan era meraviglioso”

Arrigo Sacchi

Silvano Ramaccioni, ex Team Manager del Milan, parla di Arrigo Sacchi.

Redazione Il Milanista

MILANO - Oggi Arrigo Sacchi, leggenda rossonera, compie 75 anni. Da allenatore del Milan ha vinto la bellezza di uno Scudetto, una Supercoppa Italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e altrettante Intercontinentali. Nel corso di un'intervista rilasciata ai microfoni di TMW Radio ne ha parlato Silvano Ramaccioni, che durante la sua lunghissima esperienza nel ruolo di Team Manager del Milan ha condiviso tante avventure con l'allenatore romagnolo.

LE SUE PAROLE - "A volte, qualcuno parla di Arrigo e delle sue passeggiate notturne nei corridoi di Milanello in modo polemico, accusandolo di pensare solamente al calcio. Invece Sacchi pensava soprattutto agli uomini. Ha plasmato i suoi giocatori, li ha fatti crescere e li ha corretti dove dovevano essere corretti. Tutto quello che ha fatto è merito suo e delle sue enormi capacità. Ovviamente anche della società: il dottor Berlusconi gli metteva dei grandi giocatori a disposizione, ma Arrigo li faceva migliorare in modo impressionante".

 Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, sul prato di San Siro

IMPRESE IRRIPETIBILI - "Ciò che abbiamo fatto con Arrigo è irripetibile. Il calcio italiano era nato sulle paure delle gare esterne. Spesso c'era un certo timore quando si andava a giocare fuori casa, invece con Sacchi giocare in trasferta era come farlo in casa, perché la squadra approcciava tutte le partite nella stessa maniera, con la medesima mentalità. Emilio Butragueño disse di non aver mai visto una squadra avere in mano il pallino del gioco a Madrid, sul campo del Real. Il Milan non aspettava l'avversario per ripartire in contropiede, ma voleva dominare il match esprimendo un calcio propositivo e coraggioso. Arrigo ha creato una squadra che era sempre meravigliosa da vedere. Ricordo, ad esempio, un'amichevole che andammo a giocare a Manchester: vincemmo 3-2 e il giorno seguente i giornali inglesi ci definirono 'i professori italiani'. Fu una partita bellissima".