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Tonali: “Io e la patente con l’esaminatore interista. Su Zlatan…”

Sandro Tonali, centrocampista del Milan

Sandro Tonali si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, dopo la vittoria dello scudetto con il Milan

Redazione Il Milanista

Il centrocampista del Milan Sandro Tonali si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, dopo la vittoria dello scudetto con il Milan: "Quando vinci cambia tutto, se possibile l’attaccamento alla maglia aumenta. Ero bambino in strada a Sant’Angelo Lodigiano, paese milanista, per la festa da tifoso. A Reggio Emilia è stato pazzesco, ma ho realizzato quanto abbiamo fatto solo una volta tornati a Casa Milan: ho letto l’emozione negli occhi della gente intorno a noi, allucinante. Mi sono detto: non prenderò il telefono in mano per video o foto, questi momenti devo viverli e tenerli sempre con me"

L'episodio - Il primo aneddoto lascia un sorriso. Sandro Tonali ha conquistato in poche ore lo scudetto e la... patente: "Esaminatore interista ma io sono stato perfetto. Avevo dormito dalle sei a mezzogiorno di ieri mattina, domenica ho evitato di bere troppo". Un percorso nato dai sacrifici: "La Serie B mi ha fatto bene, prendi calci e pugni a palla lontana. Gli avversari sono martelli, hai due strade: o essere mangiato o essere più forte degli altri per emergere. Sogno? A Santa Lucia ho già chiesto troppo, ma sognare non costa nulla e allora in futuro vorrei provare a vincere la Champions League con questa maglia. Sarebbe indescrivibile".

Il Carisma- "La fame. C’erano avversarie più forti sulla carta, come l’Inter, ma nessuno aveva più voglia di noi. Ci abbiamo messo passione, cuore, emozione, valori. Così puoi arrivare ovunque: noi lo abbiamo dimostrato. Su Ibra: "Zlatan dà sicurezza, basta che ci sia. Vederlo seguire la partita in piedi in panchina vale più di mille gesti. Lui decide per sé e per noi, potrebbe starsene nel suo e invece è un campione che pensa prima agli altri: ci ha preso per mano come figli. Spero continui: alza il livello, è determinante in campo e fuori".

Combinazioni - "L’anno scorso ci è servito per studiarci, conoscerci meglio, diventare quelli di oggi. Kalulu è stata la rivelazione ma poi penso a Tomori e Maignan, venivano da altri campionati e sono stati subito decisivi. Se cercate Mike possibile che lo troviate a Milanello anche ora: ha una voglia matta di migliorarsi. Se io arrivavo un’ora e mezzo prima per fare terapie, lui era già lì. La prima volta che l’ho visto ho pensato: “Questo è enorme” ".

Il messaggio inaspettato di Gigio - "Mi ha scritto lui. Spero sia felice del nostro successo come io lo sono del suo. È andato a Parigi e ha vinto subito, sapeva che qui c’era un percorso da fare. Mattoncino dopo mattoncino abbiamo costruito la nostra vittoria. Il migliore della stagione? Leao, per le partite che ci ha fatto vincere quando eravamo in difficoltà".

Sull' annata - Sul merito maggiore: "Il gol alla Lazio, per il momento in cui è arrivato è stato il più pesante della stagione. Un altro gol arrivato da dentro l’area piccola, devo aggiungerne altri da fuori. E migliorare nella scelta dei tempi sui contrasti, troppe volte mi espongo al rischio ammonizione. Migliorerò, mi ispiro a Thiago Alcantara. Rivedo ogni mia partita, tranne l’ultima: avrò tempo per farlo".