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Novellino: “Il Milan ha meritato lo scudetto. Su Ibrahimovic…”

Zlatan Ibrahimovic

Walter Novellino, ex calciatore fra le altre anche del Milan fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, è stato intervistato da MN

Redazione Il Milanista

Walter Novellino, ex calciatore fra le altre anche del Milan fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, è stato intervistato da MN.  Ecco l’intervista completa.

Un commento sullo scudetto del Milan?

“Quello che posso dire è che il Milan è stata la squadra che ha meritato di più la vittoria del campionato. Credo che aldilà delle difficoltà, i rossoneri – anche come gioco – hanno meritato di vincere. I giocatori hanno sposato un progetto importante che alla fine si è rivelato vincente. La squadra ci ha messo passione, entusiasmo, determinazione e cattiveria”.

In una precedente intervista che le avevo fatto a novembre 2021 lei mi disse che il Milan avrebbe vinto lo scudetto. Cosa le faceva pensare ciò già all’epoca?

“L’entusiasmo che c’era intorno alla squadra. E poi avevo capito che mister Pioli sarebbe stato in grado di trasmettere fino in fondo ai giocatori il suo credo, il suo modo di interpretare il calcio. Pioli ha dato al gruppo tranquillità e serenità. Poi anche Ibrahimovic secondo me è stato importante perché è un giocatore fondamentale, sia in campo che fuori. Ibra ha inciso tanto nello spogliatoio perché a volte non conta solo fare gol. Quando un giovane era in difficoltà lui lo ha aiutato. Per me lo svedese è stato determinante anche in questo modo”.

Quale è stato il momento decisivo per il Milan nella vittoria di questo campionato?

“Ci sono delle tappe importanti e non un singolo episodio. Nei momenti di difficoltà, penso a quando la squadra ha perso qualche punto sanguinoso, hanno sempre saputo reagire respingendo tutto quello che veniva detto su di loro. Poi le ultime giornate…le hanno affrontate con la cattiveria giusta. Si vedeva che il Milan era una squadra che voleva vincere il campionato”.

Se deve scegliere un simbolo per questo scudetto, chi sceglie? Qualcuno della società, qualche giocatore o mister Pioli?

“Non sceglierei solo un simbolo ma ne sceglierei tre. La società in primis, poi Pioli e poi come giocatore dico Leao. Ovviamente anche Ibrahimovic come giocatore perché è stato fondamentale come ho detto prima”.

L’anno prossimo i rossoneri dovranno cercare di passare il girone di Champions. Di cosa hanno bisogno per farlo?

“Il Milan ha bisogno di fare esperienza perché la squadra è già forte così. Non va dimenticato che ci sono tanti giovani che devono crescere e hanno la necessità di fare esperienza anche in campo europeo. Non penso servano grandi acquisti, al massimo qualche ritocco. In Champions l’esperienza fa tanto, quindi questa è la cosa di cui il Milan ha più bisogno al momento per fare bene nelle coppe”.

Ibra secondo lei dovrebbe continuare o lasciare da vincente?

“Perché dovrebbe lasciare? Lui è un trascinatore e vuole vincere sempre di più. È intelligente, e quindi se ha voglia è giusto che continui. Poi c’è da valutare anche come sta a livello fisico e quali sono i progetti della società, ma questi sono discorsi diversi”.

So che nel calcio di oggi le bandiere non esistono praticamente più, ma Sandro Tonali può diventare un’icona del Milan?

“Di Tonali me ne parlò Sergio Volpi – che io ho allenato per tanti anni alla Sampdoria – ben 6 anni fa. Lui era allenatore delle giovanili del Brescia e mi disse: “Mister c’è un giocatore che mi assomiglia ed è più forte di me”. Era Tonali. Grandissimo giocatore che gioca con la cattiveria giusta. Ha carattere e penso possa diventare un pezzo grosso non solo del Milan, ma anche della Nazionale”.