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Nesta: “Ibra? E’ una presenza positiva. La dirigenza ha ridato un’identità”

Alessandro Nesta, ex difensore del Milan
Alessandro Nesta, ora allenatore, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha analizzato il prossimo campionato di Serie A

Redazione Il Milanista

Alessandro Nesta, campione del Mondo del 2006 con l’Italia e ora allenatore, in una intervista a La Gazzetta dello Sport ha analizzato il prossimo campionato di Serie A.

ITALIANE IN CHAMPIONS – «L’Inter, poi la Juventus. Il Milan deve aggiungere ancora qualche pezzo importante per fare una Champions diversa, ha iniziato da poco un percorso. Il Napoli ha perso un po’ l’anima. Koulibaly e Insigne sono grandi campioni che tengono unita la squadra anche al di fuori del campo, rimpiazzarli sarà difficile». 

MILAN – «Ogni gruppo ha le sue dinamiche, ma credo si sia ricreata una famiglia con Pioli, Maldini e Massara, che hanno rimesso insieme un ambiente slegato. Questa è oggi la grande forza del Milan. Ibra? È una presenza pesante e positiva sia tecnicamente sia nello spogliatoio. È giusto che abbia rinnovato, fa capire anche quanto il club sia riconoscente ai giocatori che hanno dato tanto, altrove probabilmente l’avrebbero scaricato dopo un nuovo infortunio. Questa dirigenza ha ridato al Milan un’identità, ma non può essere la stessa di un tempo, quando Berlusconi comprava il più forte giocatore in circolazione senza neanche sapere bene quanto costasse. Ora per arrivare in Champions e competere con le inglesi e le spagnole ci vogliono le idee e i soldi». 

JUVENTUS – «La Juve con tutto quello che spende è costretta a vincere, almeno il campionato. L’anno scorso ha fatto male, adesso è obbligata a conquistare qualcosa di importante. L’allenatore? Alla Juve ormai chi passa fa male: Sarri non andava bene, Pirlo era inesperto, Allegri è tornato e non ha vinto, non vorrei che il problema fosse sempre l’allenatore. Anche la rosa va sistemata, deve essere più funzionale, ultimamente lo è stata poco rispetto al gioco che si voleva fare». 

INTER – «Per me in campionato è la squadra da battere. Hanno ripreso Lukaku che va a risolvere il grande problema dello scorso anno, l’attacco, il resto già andava bene. Tra l’altro hanno perso lo scudetto, quindi avranno di sicuro parecchia fame». 

DYBALA ALLA ROMA – «È un grande colpo, un giocatore unico, uno dei pochi numeri 10 rimasti. Con Mourinho si è acceso l’entusiasmo e la squadra ha fatto benino. Con Paulo arriverà una nuova spinta, anche per futuri investimenti». 

LAZIO – «L’anno scorso ha sofferto il cambio di modulo. Con le idee di Sarri tanti sono diventati non funzionali. Ora stanno sistemando le cose. Hanno mantenuto i big e messo qualche pezzetto, anche loro devono puntare più in alto del passato». 

NAZIONALE – «Ha avuto la sindrome dell’Italia e non si è qualificata. È successo anche a noi, dopo un grande successo c’è sempre qualcosa di negativo, è nel nostro dna. Abbiamo bisogno di motivazioni, di pressioni, anche di critiche per rendere di più. All’Europeo siamo stati grandi, un torneo così non si vince per caso. E Mancini ha fatto benissimo a restare».