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Ancora Zaniolo: “Farò l’impossibile per essere convocato agli Europei”

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Nicolò Zaniolo ha parlato al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni più interessanti
Lorenzo Focolari Redattore 

Nicolò Zaniolo, attaccante del Galatasaray in prestito all'Aston Villa e accostato a più riprese anche al Milan in ottica calciomercato, ha parlato al 'Corriere dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni più interessanti:

Parla Zaniolo: le sue parole 

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Sulla possibile convocazione per gli Europei con l'Italia: «Speriamo. Uno dei sogni che avevo da bambino era giocare una grande competizione con la Nazionale. Farò l’impossibile per essere convocato».

Sul rapporto con il Commissario Tecnico azzurro, Luciano Spalletti: «Con lui il feeling è ottimo, il sistema di gioco mi piace, sto imparando tantissimo».

Sul rapporto con Unai Emery, manager dell'Aston Villa, con il quale non sta giocando molto: « È vero e ti confesso che probabilmente meriterei più spazio. Ma proprio per questo posso descriverti l’allenatore con maggiore obiettività: è uno dei più bravi in circolazione, mi sta migliorando sotto tutti gli aspetti. Lo metto sul piano di Pep Guardiola, Jürgen Klopp e José Mourinho».

Sull'esonero di Mourinho dalla Roma: «Non so cosa dire, non me lo aspettavo e mi dispiace per Mourinho. Ma non conoscendo la situazione dall’interno non posso commentare. Se mi domandi di Daniele De Rossi ti rispondo con più precisione».

Su De Rossi, nuovo tecnico dei giallorossi: «Non mi sorprende affatto il suo inizio. Daniele era allenatore già quando giocava. Un capitano pazzesco per me».

Sul suo divorzio con la Roma: «Semplice. È stata una grande storia. Ho amato tanto e sono stato ricambiato. Ma le cose nel calcio come nella vita finiscono. Quando è così è meglio separarsi, pur conservando il ricordo nel cuore».

Sui problemi contrattuali e le presunte discussioni con i senatori dello spogliatoio: «Non è successo niente di particolare. La verità è che qualcosa si era interrotto nel feeling con la Roma e abbiamo deciso di comune accordo che non avesse senso trascinare la questione».

Sulla Premier League: «Affascinante, stimolante. Ci si allena sempre a mille, le partite sono giocate al massimo, la gente si diverte allo stadio ma fuori dal campo ti tratta con discrezione. È un’esperienza che merita di essere vissuta».

Sui gol segnati in Premier e sui pochi minuti accumulati: «Sì, ho giocato meno del previsto. Ma penso che un periodo di adattamento a un calcio e a un Paese diversi sia fisiologico. Quando sono arrivato in Inghilterra nemmeno parlavo la lingua. È difficile ambientarsi, anche perché tanti dei miei compagni sono sposati e ho passato molto tempo da solo».

Su cosa è successo al Galatasaray: «Niente, ho dato tutto anche lì. Era la mia prima esperienza all’estero e la Turchia è ancora più complessa da capire per un italiano. Per fortuna ho trovato tanti connazionali a Istanbul. Ora vediamo cosa succederà in estate».

Sul fatto di poter essere il primo calciatore della storia a vincere due volte la Conference League: «Ci penso, in effetti. E l’idea mi intriga. La notte di Tirana con la Roma, con il gol decisivo nella finale, resta il momento top della mia carriera. Spero proprio di potermi ripetere».

Sull'Italia che manca: «Eh certo, molto. Gli amici, la famiglia, mio figlio. Ora però tocca ai club definire il mio futuro: il cartellino è di proprietà del Galatasaray. Intanto lasciami dire che che sono grato a Monchi per avere ancora scommesso su di me dopo avermi preso alla Roma quando avevo 19 anni».

Sul suo possibile ritorno in Serie A al Milan: «Chi lo sa. Ho chiesto al mio procuratore, Claudio Vigorelli, di informarmi solo se e quando c’è qualcosa di concreto. Ora devo concentrarmi sull’Aston Villa».

Sul possibile tentativo della Lazio per lui: «Non so nulla. Ma comunque voglio essere onesto: per ciò che ha rappresentato la Roma per me e anche per rispetto dei tifosi della Lazio, sarebbe una situazione improponibile».

Sull'etichetta di 'bad boy' che comincia a pesargli: «Mah, no, sono ancora molto giovane. E ho già vissuto due infortuni gravissimi che non tanti colleghi, per loro fortuna, hanno mai affrontato in un’intera carriera».

Su come si 'consiglierebbe' a un'altra squadra: «Sono un giocatore forte, integro e motivato che ha ancora voglia di spaccare il mondo».

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