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Maldini: “Il Milan ci mette meno delle altre a vincere. È nel suo DNA”

Paolo Maldini

Le parole di Paolo Maldini sullo scudetto rossonero, intervistato, ai microfoni di Dazn.

Redazione Il Milanista

Paolo Maldini ha commentato ai microfoni di Dazn la vittoria dello scudetto rossonero. Queste le sue parole:

THEO HERNANDEZ - "Sono molto orgoglioso di lui e ha ancora tanti margini di miglioramento. In questi tre anni ha fatto passi in avanti incredibili. I ragazzi come lui e come tutti in questa squadra hanno qualcosa di speciale". 

VINCERE DA DIRIGENTE -"Da calciatore è diverso perché da giocatori sfoghi gran parte di energia in campo. Da dirigente non puoi e sfoghi gli alti e bassi a casa con tua moglie. Non posso negare che la mia carriera da dirigente c'è solamente perché c'è il Milan. Non l'avevo programmata, sono entrato al momento giusto e sono stato fortunato".

COSTRUZIONE DELLA SQUADRA -"Una grande responsabilità. Noi abbiamo una squadra molto giovane. Il segreto è stato aver rispettato ciò che abbiamo detto ai ragazzi. Abbiamo sempre dato loro un programma e un'idea incredibile. E questo dev'essere quello che contraddistingue il nostro lavoro da dirigente. La difficoltà nel creare una squadra non ti è chiara quando sei calciatore. Questo è un club particolare, ci mettiamo meno di altre squadre a fare certe cose. Abbiamo una tifoseria incredibile, sono abituati a vincere. Abbiamo qualcosa di speciale nel DNA". 

Intervistato a Sky, Paolo Maldini ha parlato così dello scudetto: "Molto importante e meritata. Ti dirò nei prossimi giorni, il primo giorno è tutto un po' nuovo. Sono un po' più maturo rispetto a quando lo vincevo da giocatore. La passione per questo sport e per il Milan unisce il tutto".

Quando è nato il Milan: "Estate 2019, quando ho chiamato Massara, Boban e qualche giocatore. Quest'anno, avendo fatto un'annata come quella dell'anno scorso, sono partito con l'idea di andare a vincere lo scudetto. Era un'uccasione e ora siamo qua a godere".

Sui protagonisti: "La mia storia è questa, lo scudetto è di tutti, anche Dani che ha dato una mano importante".

Su come è nata questa squadra: "Bisogna fare i conti con quello del momento, ora bisogna ingegnarsi. L'idea era quella di una squadra giovane, veloce e coraggiosa. Io dico sempre che il Milan ha tradizione e arriva primo perché ha cultura di lavoro e di sconfitta. Ha un equlibrio diverso da altre città".

Sullo scudetto: "Ci abbiamo creduto, era una restrizione data dal club, magari non comprando i campioni ma giocatori forti ma che si erano persi come Theo e Leao. Abbiamo lavorato sulla crescita dei ragazzi. Ai ragazzi che venivano nel mio ufficio dicevo che nei momenti difficili, i campioni si vincono con gli uomoni, non con i calciatori".

Come si migliora questa squadra: "E' una squadra sottostimata. Stiamo dando il 100%, ma abbiamo margini di crescita. Questo deve essere un punto di partenza per poi competere nell'Europa".

Quando arriva la firma? "Oggi si festeggia".

E' scesa la lacrima: "Non è scesa ma vivo di emozioni. Nei momenti difficili ci si appoggia sempre alla famiglia, ma un pensiero va anche a papà e mamma che sarebbero stati orgogliosi".