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Gazidis: “Al Milan tanta pressione. Servono idee, ma noi le abbiamo”

Ivan Gazidis
Ivan Gazidis ha rilasciato un’intervista sulla nuova gestione del Milan e delle difficoltà che si possono riscontrare in questo mondo.

Redazione Il Milanista

Il Milan ha ufficializzato da giorni il passaggio dal fondo Elliott al fondo RedBird. Per il club rossonero inizia una nuova fase, che però non andrà ad allontanarsi troppo da quanto fatto di buono in questi ultimi anni. Cambiare totalmente la gestione della squadra sarebbe da persone folli, come confermato da Ivan Gazidis, AD del Milan, che ha rilasciato un’intervista al The Athletic. Ecco le sue dichiarazioni:

Sulla gestione dei club: “Le persone interessate al club sono interessate per quello che è stato fatto. Non è un club in cui qualcuno arriverà e dirà: ‘Sentite, abbiamo bisogno di un cambiamento radicale di direzione’. Francamente, sarebbe una follia”.

Sui grandi club europei: Questi giganteschi club non sono piccoli motoscafi o moto d’acqua che si possono girare in un attimo. Sono superpetroliere che possono rimanere bloccate nel Canale di Suez. Il Manchester United, per esempio, assomiglia in modo inquietante all’Ever Given. C’è l’analogia di una gara di yacht mentre sfoglia il glossario marittimo e la barca davanti a te è più avanti di te. Se segui e fai sempre le stesse virate, non riuscirai a raggiungerla. Per competere in questo ambiente servono idee diverse”.

Sulla gestione del Milan: “La difficoltà, soprattutto in uno sport ad alta pressione come il calcio ai massimi livelli, non è la formulazione di un piano, ma la sua esecuzione. Gli ostacoli non sono intellettuali, ma emotivi. La pressione è così forte da indurre a pensare a breve termine, a immaginare che ci siano scorciatoie e soluzioni immediate, che in realtà è molto difficile attenersi al piano che si sa intellettualmente essere quello giusto. Per poterlo fare, occorre molta forza e unità all’interno del club. La tensione e la pressione fanno sì che l’unità sia difficile da mantenere, ma noi ci siamo riusciti e credo che la forza interna, la comunanza di intenti e la comprensione del modo in cui intendiamo agire siano davvero, alla fine, ciò che ci ha permesso di realizzare il piano che avevamo stabilito”.