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Adani: “Il Milan risorge sempre quando viene dato per morto!”

Un frame di Napoli-Milan

Daniele Adani ha rilasciato un’intervista sul periodo del Milan e sulla corsa per lo scudetto. Ecco le sue dichiarazioni.

Redazione Il Milanista

Daniele Adani è intervenuto durante la Bobo Tv e ha parlato del Milan dopo la vittoria contro i violaEccole le sue dichiarazioni: "Io credo che l'epilogo della partita rispecchi il Milan attuale, o meglio il Milan nella seconda parte della stagione. Rifiuta il pensiero di essere battuto e scaccia i pericoli e lo fa attraverso una grande fase difensiva. Va riconosciuto il merito ai nuovi centrali, al portiere che credo che alcuni siti diano Maignan come il portiere con media parate più alta in Europa. Però continuo a dire che sia limitativo parlare dei miracoli di Maignan. Ieri a Rai ho fatto vedere che questo è un miracolo calcistico. Lui la para e la prende a sei metri dal colpo di testa. Dopo pochi minuti segna Leao dopo un errore dell'altro portiere".

Sul successo dei rossoneri e sulla tenacia che li ha portati al primo posto: "Ci sono stati tanti errori, ma il Milan ha fatto di più per provare a vincere. Il Milan è poco lucido negli ultimi 30 metri, tanto è vero che vince di poco, anche quando tira molto però quasi non raccoglie. Arriva lì, è meno qualitativo. Pioli ha variato tanto sulla trequarti. Però o per imprecisione o presunzione, è stato poco lucido. Dunque sono saliti in cattedra la difesa e il portiere. Il Milan è lì perché lo vuole molto di più rispetto al valore che ha, però ha la capacità di risorgere quando viene dato per morto. Il Milan aveva come obiettivo il quarto posto, dichiarato sempre e non detto per finta come hanno fatto altri".

Inoltre Adani ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport e ha commentato l’attesa per il big match tra Milan e Atalanta, in programma il 15 maggio a San Siro. Queste le sue parole: "L’Atalanta sarà l'avversario più difficile delle otto delle milanesi. Cosa servirà per superarla? La maturità. Sarà la partita che vale due anni e passa di lavoro di Pioli, un po’ come la discussione della tesi alla fine del percorso all’università".