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Giroud a cuore aperto: “Vincere lo Scudetto? Come il Mondiale, uguale!”

Olivier Giroud
Un Oliver Giroud così forse non lo si era mai visto. Eppure si è raccontato come un libro aperto: esattamente come la sua nuova autobiografia

Redazione Il Milanista

È un Olivier Giroud che si è raccontato a tutto tondo. Il bomber francese ha parlato ai microfoni in occasione della presentazione del suo nuovo libro: "Crederci, sempre. Perché ho fiducia nella vita, in Dio, in me stesso e nel destino". E nel farlo, ha percorso i tanti, tantissimi momenti passati in quel di Milano in quest'ultima stagione. Il transalpino ha infatti toccato numerosi argomenti, dal rapporto con il guru dello spogliatoio - Zlatan Ibrahimovic -, al confronto col neo arrivato Origi, alle emozioni provate una volta conquistato lo Scudetto, alla possibilità di chiudere la carriera al Milan. Insomma argomenti che fioccano come la voglia di mare di qualunque lavoratore: una marea. In esclusiva per voi, amici de IlMilanista, le dichiarazioni in anteprima di Olivier Giroud.

Sul rapporto con Origi: "Parla francese come me. Ho fatto il mio ruolo di fratello maggiore perché è molto importante dare un buon benvenuto a tutti anche se vado ad essere in competizione con lui. Ho sempre detto che la competizione per me è molto importante per essere forte, per imparare e dare il massimo. È un buon rinforzo"

Sul rapporto con Ibrahimovic e sulla sua possibilità di rinnovo: "Appena firmerà il rinnovo, gli pagherò una cena. Vogliamo che firmi, ovviamente nessuna pressione per la società. Anche se ha 40 anni, ha ancora tanta fame e la stessa volontà di continuare a vincere. Per questo per lo spogliatoio è importante. Ibra è una leggenda del Milan. Non gli ho mai detto di essere un suo tifoso. I miei amici mi hanno regalato la sua maglia. Avevo un po’ di timore nel chiedergliela… Lui ora mi prende in giro su questo. Sono molto orgoglioso del rapporto che ho con Zlatan"

Sulle emozioni provate una volta conquistato il trofeo: "Vincere lo Scudetto è stato come vincere il Mondiale con la Francia. Non ho mai visto questo tipo di celebrazioni. I tifosi piangevano per le strade: si vede che aspettavano il titolo da tanto tempo. E questo è il bello del calcio: le emozioni che ti fa provare, sono uniche. I tifosi a Reggio Emilia sono tutti venuti sul campo: non me lo aspettavo, è stato pazzesco"

Sulla possibilità di chiudere la carriera al Milan: "Qui a Milano mi trovo molto bene, sono molto felice. Non sono persona che guarda al futuro lontano: amo vivere il presente. Sono sempre stato così. Vorrei che i tifosi si ricordassero di me come un bell'esempio, un'ottima persona e un grande giocatore".

Sulla maledizione della 9: "Non credo ai tabù. Io sono cristiano, non sono superstizioso. Non è un numero che mi fa fare gol. Lo volevo al Milan, è un bel regalo essere come Pippo Inzaghi il numero 9 del Milan"