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Di Canio attacca Leao: “Prima carezze, ora gli schiaffi! Ai miei tempi…”

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Duro attacco dell’ex Milan Paolo Di Canio nei confronti di Rafael Leao ieri sera durante il Club. Queste le parole...
Stefania Palminteri Redattore 

Duro attacco dell’ex Milan Paolo Di Canio nei confronti di Rafael Leao ieri sera durante il Club, la trasmissione di opinione in onda la domenica sera sulle reti Sky.

Di Canio: “In Champions League la partenza ha condannato i rossoneri, partite che meritavano di vincere sono finite 0-0 sia con Newcastle che con Dortmund. Questa è una carenza tua. Certo che Leao è un giocatore che è importante, ma è mancato in quelle partite: le occasioni se l’è create, ma lì il campione (che definiamo noi, ma io no) e il giocatore che fa il salto di qualità deve fare qualcosa in più, deve fare la differenza. Non come nelle ultime prestazioni tra Salerno e col Sassuolo in casa dove è stato fischiato. Il Milan avrebbe potuto avere qualcosa in più se Leao, e anche gli altri, giocassero sempre come sanno giocare”. L’atteggiamento è vergognoso, non”.

Marchegiani: “Anche oggi, dove comunque rimane negli occhi l’accelerazione che ha portato al gol… troppo poco. Delle volte perde la palla con troppa superficialità. Andando dietro a quello che diceva Beppe, vado a dirti che è difficilmente accettabile. Quest’anno fa 25 anni, non è più un ragazzino”.

Di Canio: “L’atteggiamento è vergognoso, non è inaccettabile. Vergognoso, scusate ma parliamoci chiaro, stiamo parlando di episodi e situazioni per la crescita di un giocatore. Dobbiamo dire come parlavamo noi quando giocavamo negli spogliatoi?! Lo prendevamo e gli dicevamo e gli dicevamo che non va bene una giocata così, leggera, dove finisci fuori dai cartelloni. Perché gli altri corrono indietro mentre tu gigioneggi due, tre, cinque volte in una partita mentre noi siamo in difficoltà. E io ti prendo per un orecchio, ecco dove si è rallentata la crescita dal mio punto di vista. Dopo le carezze, adesso è arrivato il momento degli schiaffi”.

Bucciantini: “Ma forse non abbiamo pensato che questi siano limiti suoi?! Per gioca una partita straordinaria, con il PSG non torna mai indietro ma la partita se la prende, la gioca, la lotta e la decide. E allora uno dice ‘non scende più’. E invece scende. Paolo, tu hai mai cambiato un atteggiamento nella vita? Guarda che è difficile farlo…”.

Caressa: “Se nasci tondo, muori tondo”.

Di Canio: “Perché non hai provato l’altra cosa. Lo schiaffo, il richiamo davanti a tutti è umiliante? Si dice ‘lui lo sa cosa deve fare, lo sa come deve giocare‘, e questa cosa ha rallentato il processo di crescita. Ne fa sempre di meno di partite come quelle con il PSG, e l’atteggiamento è sbagliato perché San Siro lo fischia non perché sbaglia le giocate, ma per l’atteggiamento. Poi fa un’intervista dove non dice nulla. Non dice nulla, anzi invece dice che può stare fra i grandi, può stare tra i campioni”.

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