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“Ho paura di smettere, capisco Ibra”: da un bomber all’altro, stesso pensiero!

Zlatan Ibrahimovic in azione.

Il bomber della Cremonese Daniel Ciofani è primo in Serie B con la squadra di Pecchia. Sentite le sue parole sul ritiro

Redazione Il Milanista

In esclusiva alla Gazzetta dello Sport ha parlato l'attaccante della Cremonese Daniel Ciofani. Il centravanti della squadra capolista della Serie Cadetta parla di ritiro e fa eco a Zlatan Ibrahimovic: “Il calcio è democratico perché lo possono fare tutti, la differenza la fanno il talento e il cervello. Un mio vecchio allenatore diceva che il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti, aveva ragione.Io non sono veloce di gambe ma di pensiero. Serie A con la Cremonese? Cerchiamo identità in campo e con la città, il resto è conseguenza. Vorrei giocare fino a 40, poi restare in questo mondo, ma sarà difficile. Il calcio è fatto più di apparenza che di sostanza e io sono fatto al contrario. Se la penso come Ibra? Sì, mi spaventa l’idea di smettere. E poi sono a 185 gol solo di campionato, quindi guardo a quota 200. Ma prima dei 40 anni”. Queste le sue parole alla Gazzetta dello Sport.

L'ex giocare della Nazionale Franco Causio è tornato invece sulla Nazionale

Ai microfoni di Radio Rai, all'interno della trasmissione Radio Anch'io Sport, ha parlato Franco Causio che ha detto: "Per me deve rimanere, cambiarlo per chi? Per cosa? Deve continuare il lavoro fatto fino ad adesso. Ha perso una partita per un tiro in porta, la squadra non ha giocato bene ma poteva passare. Non ha avuto quei 4 o 5 giocatori brillanti come all'Europeo. La squadra va rifatta ma è giusto che rimanga Mancini".

Su cosa debba fare il calcio italiano per ripartire

"Abbiamo dei problemi, se guardiamo il campionato stranieri vanno il doppio di noi. Le nostre squadre non sono così attrezzate e prendiamo schiaffi in faccia. Dobbiamo investire sui giovani e se fossi in Gravina metterei un limite di stranieri, facendo giocare più italiani".

Infine sul fallimento di Ventura e quello di Mancini

"C'è poco da fare analogie. Bisogna andarci cauti. Ventura è stato massacrato, Mancini un po' meno. Posso dire solo che le pubbliche relazioni che ha Mancini, Ventura non le aveva, ma bisogna dargli fiducia". Queste le parole di Franco Causio.