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Biasin, clamoroso retroscena: “Tonali è stato vicinissimo ai nerazzurri”

Sandro Tonali

Come rivela Fabrizio Biasin, Sandro Tonali è stato a un passo dai nerazzurri. In vantaggio sul Milan hanno poi mollato la presa.

Redazione Il Milanista

Il leader del centrocampo rossonero è senza ombra di dubbio Sandro Tonali. Un milanista che incarna il 'milanismo' nel suo senso più puro. A suon di gol e di presenza sul campo sta trascinando il Milan allo scudetto numero diciannove della storia del club.

Eppure il suo passaggio a Milano poteva essere nerazzurro, come confermato da Fabrizio Biasin ai microfoni di TMW. Queste le parole del giornalista interista:

"C’è stato un momento, non troppo lontano nel tempo, in cui Sandro Tonali, era a un passo dai nerazzurri. Cioè, ormai è tardi e nessuno lo ammetterà mai, ma le cose erano serenamente apparecchiate: si trattava di trovare la formula giusta per accontentare Cellino al Brescia e i nerazzurri avrebbero avuto il loro giovane talento da allevare. Era l’estate del 2020, quella “pandemica”, quella di Conte che perde la finale di Europa League e si incazza parecchio con i suoi dirigenti, sbatte i pugni, dice 'dobbiamo capire, dobbiamo sistemare, dobbiamo programmare'.

Va in scena la mitica riunione di Villa Bellini, le parti scelgono di proseguire la strada insieme e ci si viene incontro: il tecnico accetta un mercato tutt’altro che faraonico e 'di opportunità', la società gli concede di andare su giocatori un filo stagionati ma funzionali alla sua idea di calcio. E allora i nerazzurri, a malincuore, mollano Tonali.

Portano a Milano Aleksandar Kolarov (all’epoca 34enne) e Arturo Vidal (all’epoca 33enne). Vidal, il cileno che qualche giorno prima aveva detto più o meno pubblicamente così: 'Se mi chiama Agnelli ai bianconeri io ci sono'. Ma poi ha scelto il nerazzurro e 7 milioni di ingaggio (euro più, euro meno). Il resto della storia la conoscete: Tonali, oggi 22 anni, abbraccia la squadra per cui fa il tifo, il Milan, trascorre un anno ad apprendere e inghiottire bocconi amari e, infine, si trasforma in un’iradiddio del centrocampo. Morale: gli allenatori devono allenare".