Demetrio Albertini ha ammesso di non apprezzare particolarmente la gestione del Milan portata avanti dal Fondo Elliot e dal manager sudafricano Ivan Gazidis. In particolare, per l'ex calciatore l'errore più grave compiuto è stata la cacciata senza appello di Zvonimir Boban.
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Gazzetta dello Sport – Albertini: “Nel Milan di oggi tanta confusione”
L'ex centrocampista rossonero critico nei confronti delle scelte operate dall'ad Gazidis
"Secondo me c'è grande confusione", ha affermato a La Gazzetta dello Sport. "Credo che la squadra abbia perso un elemento valido, ma è come in uno spogliatoio. Se ci sono tanti fuoriclasse, tante teste che non vanno d'accordo, è inutile cercare la colpa. La stagione è stata sbagliata e chi ci rimette è il club. Adesso serve un progetto sportivo chiaro, ripartire ogni anno da zero non serve. Se il Milan per loro è soltanto un progetto economico, che lo dicano".
"Investire sui vivai è giusto, ma non basta", ha proseguito evidenziando come puntare solamente sui talenti in erba potrebbe essere dannoso. "Servono giocatori esperti per far crescere gli emergenti e lo dico per vita vissuta. I giovani non possono avere continuità. E poi bisogna creare un senso di appartenenza. I club italiani hanno bisogno di italiani. Io sono cresciuto in un'equipe forte. Ho vinto grazie agli olandesi e a Weah e Boban e altri, poi c'eravamo noi".
Sul chiacchierato capitolo Ibrahimovic invece il 48enne ha sostenuto: "Milan sembrava una pozza d'acqua e Zlatan è stato il sasso gettato nello stagno, ha creato emozioni. E ha dimostrato che può ancora giocare in Serie A, magari non tutte le partite, ma questo conta poco".
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