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Ibrahimovic
L'analisi di Milan-Genoa
MILANO - Lo dico subito: non è facile parlare di calcio in questa situazione e, almeno per ciò che mi riguarda, il campionato andrebbe sospeso. È fuori dubbio che le partite di Serie A potrebbero essere una sorta di svago per tutti coloro che, in questo periodo di emergenza sanitaria, sono in gravi difficoltà, ma... diciamoci la verità: il Milan non ci può aiutare di certo.
Ieri, contro il Genoa, è andata in scena, in un San Siro silenzioso e vuoto, la decima sconfitta stagionale dei rossoneri, la quale mette in crisi anche il cammino di Romagnoli e compagni verso la qualificazione alla prossima Europa League. Sta di fatto che, in tutta sincerità, non me la sento di addossare tutte le colpe ai calciatori; ovvio, la poca concentrazione (vedi i due goal subiti in modo ridicolo, vedi i goal sbagliati davanti alla porta di Perin) è da imputare a coloro che sono in campo, ma, questa volta, la responsabilità è tutta della dirigenza: come si fa, in un momento già critico all'esterno del mondo calcio, a scatenare una rivoluzione del genere? Come si fa a contattare il nuovo allenatore già a dicembre (senza informare tutti i dirigenti) con Pioli che in panchina sta provando a fare il suo? Come fanno i calciatori in campo a isolarsi da tutte queste voci e andare in campo con la testa giusta?
Non è, francamente, possibile. E la sconfitta col Genoa lo ha dimostrato. Perché sarebbe bastata un po' di serenità in più per vincere una gara che, evidentemente, non andava persa. CLICCA QUI>Intanto, ATTENZIONE: Rangnick ha parlato sul suo arrivo al Milan
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