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Garlando: “Pioli ha 4 assi per lo scudetto. Maignan ha ascoltato Berlusconi”

Stefano Pioli

Luigi Garlando ha scritto sulla Gazzetta dello Sport della vittoria del Milan e dei meriti di mister Pioli.

Redazione Il Milanista

Il Milan è riuscito a sorpassare i nerazzurri e a portarsi al primo posto in classifica. I rossoneri infatti hanno battuto i blucerchiati e si sono portati a ben 55 punti. Proprio dei diavoli e del successo di ieri ha parlato Luigi Garlando. Sulla Gazzetta dello Sportecco cosa ha scritto sull’ascesa del Milan: “Il gioco è il primo asso in mano a Pioli per sbancare il grande sogno. Poi ne ha altri tre: un futuro senza fatiche in Europa; un calendario più morbido di quello del Napoli, unico scoglio grosso sulla strada dei rossoneri; l’entusiasmo di un ambiente empatico che crescerà ulteriormente bivaccando in vetta. La carta debole, il due di picche, è una rosa meno attrezzata di alternative rispetto a Inter e Napoli e la conseguente paura che penderà come la spada di Damocle: perdere un pezzo grosso come Leao, Theo o Tonali, difficilmente sostituibili”.

Ieri Leao ha segnato sfruttando un assist proveniente dal portiere Maignan: “Evidentemente Silvio Berlusconi è ancora molto ascoltato al Milan. Sabato l’ex presidente spiegava da Monza: «Il portiere non deve passare la palla ai difensori, ma lanciarla subito agli attaccanti». Detto fatto. Ieri Maignan ha innescato direttamente Leao che ha segnato il gol-partita alla Samp e portato il Milan in cima al campionato”.

Successo giunto anche grazie agli insegnamenti di Pioli, che segue i principi di Sacchi: “Immaginiamo la soddisfazione dell’ex allenatore dell’Edilnord, ma immaginiamo anche lo stranguglione che sarà venuto a Sacchi, a Fusignano, quando ha letto le parole del suo ex presidente. Arrigo gli ha riempito la bacheca di trofei costruendo gioco in ogni centimetro di campo, attaccando con Tassotti, Baresi, Maldini. Ora sente dire dal Cavaliere che il portiere deve servire direttamente le punte. Se il Milan è in testa alla classifica, non è perché Maignan ha obbedito a Berlusconi, ma perché Pioli ha seguito i principi di Sacchi: 11 giocatori sempre attivi nelle due fasi, una manovra di squadra offensiva e di qualità, coltivata per tre anni”.