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Pochi superstiti del Milan di Mr Li e “delle cose formali”

Yonghong Li, ex presidente del Milan "delle cose formali"

L'estate 2017 aveva portato il Milan a compiere una rivoluzione: 11 giocatori acquistati, ma dopo 4 anni ne restano pochissimi

Redazione Il Milanista

Nell'estate 2017 è iniziò una rivoluzione in casa Milan: Silvio Berlusconi, dopo aver vinto tutto, accettò l'offerta dell'imprenditore cinese Yonghong Li. Il nuovo numero rossonero poco dopo il suo insediamento aveva rivoluzionato l'assetto societario del club di via Aldo Rossi, affidando la gestione della società a due ex dirigenti dal sangue nerazzurro: Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, rispettivamente Direttore Generale e Direttore Sportivo.

L'unico a rimanere fu, fino a dicembre, Vincenzo Montella al tempo allenatore del Diavolo. In quell'estate Fassone e Mirabelli allestirono un mercato importantissimo, tanto da trattare anche l'arrivo di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid, ma come spiegò poi il d.s: ""i numeri non tornavano e abbiamo dovuto lasciare perdere. Prima mi hanno dato un budget poi un altro, questo è il punto. Che vi devo dire di più?",   e poi Aubameyang, ceduto al Saint-Etienne qualche anno prima per 1.7 milioni ma, secondo la versione del dirigente calabrese: "l padre lo voleva portare in Cina e ci ha fatto sballare tutto". che poi aggiunse: "La prima scelta di Montella era Kalinic", sbarcato a Milano sul gong dalla Fiorentina.

 Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, ex dirigenti del Milan

Il mercato fu caratterizzato da tanti arrivi e dal rinnovo, con relativa litigata da Mirabelli e Raiola, di Donnarumma. Fu necessario l'intervento di Fassone affiché, quella volta, si arrivò alla fumata bianca. Un rinnovo quadriennale che prevedeva anche l'ingaggio anche del fratello Antonio, pagato 1 milione all'Astreras Tripoli. Poi arrivarono Hakan Calhanoglu per 22 milioni, più 4 di bonus, dal Leverkusen, Franck Kessié e Andrea Conti dall'Atalanta per 56 milioni, Mateo Musacchio dal Villareal per 18 milioni, Lucas Biglia dalla Lazio per 20 milioni, Ricardo Rodriguez dal Wolfsburg per 18 milioni, André Silva dal Porto per 35 milioni, Fabio Borini dal Sunderland per 5,5 milioni, il già citato Nicola Kalinic per 27 milioni. Ma soprattutto arrivò Leonardo Bonucci dalla Juve: 42 milioni di euro, la fascia di capitano del club e il numero 19 già assegnato a Kessié.  Un mercato lussureggiante che portò Mr Li a staccare assegni per un totale di 244,5 milioni di euro più 4 di bonus.

Di quella squadra negli anni si sono persi i pezzi: a cominciare dall'ex bianconero. Gli ultimi a salutare sono stati Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu che da svincolati hanno accettato la corte rispettivamente di PSG e Inter. Bonucci l'estate successiva tornò alla Juve, Musacchio a gennaio scorso si è trasferito alla Lazio dove ha continuato a fare panchina. Rodriguez è finito al Torino, Biglia e Borini sono compagni di squadra in Turchai al Fatih Karagumruk. André Silva, dopo aver deluso in rossonero e al Siviglia, incanta in Bundesliga con la maglia dell'Eintracht Francoforte. Kalinic, dopo aver indossato le maglie di Atletico Madrid e Roma, gioca nell'Hellas. I ricavi delle loro cessioni? Miseri: appena 63 milioni.

Del Milan "delle cose formali "restano quindi Kessié e Conti, ma il terzino dopo il prestito al Parma, è destinato anche lui lasciare Milanello.

 Franck Kessié, centrocampista del Milan