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Milan, Iervolino parla della sua Salernitana e del match con i rossoneri

Milan, Iervolino parla della sua Salernitana e del match con i rossoneri - immagine 1
Polemica per i prezzi eccessivi degli ingressi all'Arechi. Il patron Danilo Iervolino dovrà investire su nuovi nomi per farsi perdonare

Redazione Il Milanista

Il patron della Salernitana Danilo Iervolinoparla del campionato e avverte i rossoneri: "Non vorrei essere troppo mieloso, ma penso che il nostro sia un campionato straordinario, quando ero bambino c’era un grande dislivello, mentre ora anche le ultime in classifica se la giocano a viso aperto con le grandi. Dobbiamo continuare così, siamo una squadra che sa segnare e dobbiamo essere concentrati per prendere punti anche con le grandi. Alla ripresa abbiamo il Milan, ma noi faremo la nostra partita e non saremo di certo una squadra cuscinetto".

"Il primo obiettivo è creare un rapporto di osmosi con la tifoseria" Parlava così circa un anno fa Danilo Iervolino. E di iniziative per avvicinare allo stadio famiglie e ragazzi a dire il vero non ce ne sono state, anzi. Nella gara del 4 gennaio prossimo contro il Milan, la società ha aperto alla vendita dei biglietti della gara che si terrà all'Arechi. Il prezzo minimo (andando ad escludere la curva Sud già off limits) ammonta a 60 euro. Costi al dir poco proibitivi visti i tempi. Anche per gli abbonamenti i prezzi pattuiti sono stati perlopiù fuori mercato, considerando tutto (tra i prezzi più alti di tutta Italia). Molti, quindi sono costretti a rinunciare allo stadio. Diverse le polemiche anche sui social contro il presidente e la società.

L'unica cosa per farsi "perdonare" sarebbe regalare ai tifosi qualche bel colpo di mercato. Si parla di Demme dal Napoli e Zortea dalla Dea (in attesa del rientro di Mazzocchi fuori per infortunio). Nel resto dei reparti si parla di diversi profili: Rugani, Colley, Ceccherini e Nuytinck, Zurkowski e Bove a centrocampo, Felix e Djuric (appeso alle sorti di Bonazzoli). La Salernitana e Nicola sono ad un bivio: investire su giovani talenti o affidarsi all'esperienza dei più "grandi"?